Albania: intervista all´ambasciatore Alberto Cutillo dell´"Albanian Daily News"

01-09-2018 11:58 -

GD - Tirana, 1 set. 18 - Il quotidiano "Albanian Daily News", di Tirana, ha intervistato l´ambasciatore Alberto Cutillo sulle relazioni bilaterali, sulla cooperazione congiunta di polizia, studenti albanesi e lingua italiana, il nuovo Governo a Roma, l´itinerario di integrazione dell´Albania e le tre dimensioni della riforma della giustizia.
D.: Signor Ambasciatore, iniziamo questa conversazione con la stagione estiva: per la prima volta, agenti di polizia italiani partecipano a pattuglie congiunte con colleghi albanesi in diverse località turistiche albanesi spesso visitate da cittadini italiani. Avete qualche informazione su come procede questa cooperazione?
R.: Il turismo sta rapidamente salendo in Albania, così come il numero di visitatori italiani, che ha già raggiunto 140 mila alla fine di giugno con un aumento del 6,6% rispetto allo scorso anno. Per farli sentire ancora più a casa, i Ministeri degli Interni dei nostri paesi hanno firmato un accordo, che prevede la presenza di sei agenti di polizia italiani che, dal primo luglio al 31 agosto, insieme ai loro colleghi albanesi, pattugliano le spiagge nelle aree, come Kavaja o Orikum, con alta presenza di turisti italiani. Sostengono anche i cittadini italiani coinvolti in incidenti automobilistici o vittime di microcriminalità e perdita di documenti, in coordinamento con i consolati di Tirana e di Valona e i consolati onorari di Girokastra e Berat.
In questo stesso momento, ci sono ufficiali italiani anche in Cina, Polonia, Francia, Croazia e Spagna, nel quadro di una strategia volta a migliorare ulteriormente la cooperazione di polizia a livello ´comunitario´.
D.: Qual è il lavoro quotidiano di ambasciatore in questa estate.
R.: Le ambasciate non vanno mai in vacanza, e quando un settore è più tranquillo, un altro è più occupato! All´interno delle attività dell´Ambasciata italiana, il settore consolare rimane un settore importante ed esigente. In particolare, l´interesse degli studenti albanesi disposti a frequentare le università italiane è notevole: finora sono stati arruolati 478 studenti, molti dei quali godono del sostegno delle borse di studio italiane. Anche la legalizzazione dei documenti che i cittadini albanesi presentano alle autorità italiane sta raggiungendo il picco, e siamo molto orgogliosi di processarli e restituirli entro 2/3 giorni lavorativi. Inoltre, anche il numero di passaporti italiani emessi è raddoppiato rispetto allo scorso anno, mentre i visti sono aumentati in media del 40%, soprattutto per motivi di lavoro e famiglia.
Infine, vorrei sottolineare il monitoraggio quotidiano della presenza italiana in Albania, che ci consente di rispondere in tempo reale in caso di emergenze.
Per quanto riguarda la stagione culturale in autunno, sono piuttosto orgoglioso del programma #vivereallItaliana 2018 che ci stiamo preparando in questi giorni estivi. Non voglio rivelare i dettagli, ma proporremo al pubblico albanese una settimana unica di lingua e cucina italiana, accompagnata da un ricco calendario di eventi teatrali, musicali e di danza.
D.: Dal momento che stiamo parlando degli studenti albanesi in Italia e, naturalmente, degli immigrati, cosa puoi dire sull´uso della lingua italiana in Albania?
R.: L´italiano è la quinta lingua straniera più studiata al mondo e l´Albania si classifica ottavo Paese per numero di studenti, dopo quelli con una popolazione molto più grande come Stati Uniti, Argentina, Australia, Francia, Germania, Egitto. Il Ministero albanese dell´istruzione, dello sport e della gioventù ha confermato quest´anno che circa 73.500 studenti albanesi stanno imparando l´italiano nelle scuole pubbliche albanesi, esclusi gli studenti che frequentano scuole professionali e istituti cattolici. Complessivamente, l´italiano è la seconda lingua straniera più studiata in Albania dopo l´inglese. La promozione della lingua italiana è una priorità per noi poiché la consideriamo un veicolo unico per approfondire le già strette relazioni tra i nostri cittadini, così come i nostri rapporti economici e culturali.
D.: L´Italia ha un nuovo Governo, con un profilo chiaramente diverso per quanto riguarda le relazioni internazionali. All´inizio c´era preoccupazione per la posizione di Roma nei confronti dell´Albania, ma naturalmente il sostegno italiano alla riunione di Bruxelles di giugno era fermo. Può approfondire questo problema?
R.: Ho ricevuto molte richieste sull´atteggiamento del nuovo Governo italiano rispetto all´Albania, e la parola che continuo a ripetere è "continuità". Fin dalle sue prime visite all´estero, il ministro degli Esteri italiano, Enzo Moavero Milanesi, ha avuto l´opportunità di riaffermare i vincoli di amicizia e la volontà di rafforzare le relazioni economiche tra l´Italia e i paesi dei Balcani occidentali.
Al Consiglio Affari generali di giugno, il suo strenuo sostegno alla via europea dell´Albania ha svolto un ruolo chiave nel compromesso finale adottato dal Consiglio, come ha riconosciuto il primo ministro Rama. Grazie alla determinazione italiana e greca, il Consiglio ha adottato conclusioni che riaffermano chiaramente l´impegno dell´UE nei confronti del processo di allargamento e indicano il cammino verso l´apertura dei negoziati di adesione con l´Albania nel 2019.
I ministri Moavero e Bushati hanno concordato, nel contesto del loro breve incontro a Bruxelles il mese scorso a margine del vertice della NATO, di scambiarsi visite reciproche dopo la pausa estiva.
D.: Come vede il nostro itinerario rimanente fino all´anno prossimo, quando l´Albania spera di ricevere l´apertura dei negoziati di adesione con l´UE?
R.: L´Albania ha ora una data e un programma chiaro. Nel prossimo anno, il paese deve consolidare le riforme in tutti i settori prioritari chiave, anche se credo che gli Stati membri presteranno particolare attenzione alla riforma giudiziaria e alla lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Parallelamente, l´amministrazione albanese inizierà a impegnarsi con la Commissione europea nella fase di screening della legislazione nazionale in vista dell´apertura di negoziati su capitoli specifici. Sarà un anno molto impegnativo, ma sono anche fiducioso.
D.: Il principale argomento politico di Tirana è e rimarrà per un bel po ´di tempo, la riforma della giustizia e il processo di controllo. Come procede questo processo?
R.: Due anni fa, il parlamento albanese ha adottato una profonda riforma costituzionale, che ha aperto la strada a una riforma delle istituzioni giudiziarie molto ambiziosa e molto necessaria. Gli albanesi dovrebbero essere orgogliosi dei risultati raggiunti finora. A mio avviso, ci sono tre dimensioni di questo processo, che meritano un´analisi più approfondita.
Innanzitutto, ritengo che il processo di selezione proceda bene e in base alle disposizioni legali pertinenti. Poiché si tratta di un progetto a lungo termine, sarebbe prematuro definirlo un successo, ma i primi mesi di operazioni hanno prodotto una serie di decisioni importanti, che offrono un contributo fondamentale a una radicale rigenerazione di tutte le istituzioni giudiziarie. Mi aspetto che, dopo la pausa estiva, l´attenzione si sposterà in parte dalla Commissione di qualificazione indipendente alla Camera di ricorso, che prenderà in considerazione una serie di casi importanti.
In secondo luogo, su altri elementi principali della riforma della giustizia - oltre al processo di valutazione - anche il mio personale apprezzamento dei progressi compiuti finora è positivo, ma con alcune preoccupazioni. Mi riferisco in particolare alla creazione tempestiva di nuovi organi giudiziari, secondo la Costituzione. Penso sia giusto riconoscere che in diverse situazioni ci sono notevoli ritardi rispetto alle disposizioni legali e alle aspettative collettive. Questi ritardi sono il risultato di procedure che, nel mondo reale, si sono dimostrate più complesse di quanto sembrino essere sulla carta. Mi riferisco, tra l´altro, alla creazione di organismi quali l´Alto Consiglio dei Procuratori, l´Alto Consiglio giudiziario, il Consiglio per le nomine di giustizia, la Procura speciale e il relativo Ufficio nazionale di inchiesta. Capisco che per alcuni di loro l´installazione potrebbe aver luogo nel corso dell´anno, mentre per alcuni è difficile in questa fase fissare una data affidabile.
In terzo luogo, e questa è l´area che ritengo richieda la massima attenzione, alcune istituzioni fondamentali, come la Corte costituzionale e la Corte suprema, sono temporaneamente impossibilitate a funzionare. Allo stesso modo, la scuola dei magistrati non ha l´autorizzazione per iscrivere un numero adeguato di studenti. È urgente trovare un modo per affrontare questi problemi, poiché non stanno solo ritardando la piena attuazione della riforma della giustizia (come nel caso dell´installazione dei nuovi organismi), ma creano un vuoto istituzionale nel paese, che è potenzialmente dannoso per tutti i cittadini.
In una recente intervista, il Presidente della Repubblica ha espresso la sua seria preoccupazione per questa situazione e ha rivolto un appello sia alla maggioranza che all´opposizione affinché collaborino per affrontarlo, una preoccupazione e un appello che condivido pienamente. Sappiamo tutti che l´opposizione è stata molto critica per l´attuazione della riforma della giustizia fino ad ora. Recentemente, il Partito Democratico ha presentato una serie di proposte specifiche per affrontare le presunte carenze. Spero che la maggioranza prenda in considerazione l´idea di aprire una discussione seria con l´opposizione per cercare un terreno comune. A tale riguardo, sono incoraggiato dal riferimento che il Primo Ministro ha reso in un´intervista pochi giorni fa a rendere pubblica a settembre una piattaforma di cooperazione aperta a ulteriori proposte provenienti da tutte le parti. Non so se si riferiva specificamente alla riforma della giustizia, ma penso che sarebbe un passo positivo se quella piattaforma includesse questo problema cruciale.
Abbiamo visto a luglio 2016, e di nuovo a maggio dello scorso anno, i partiti politici albanesi, di fronte a sfide sistemiche, sono in grado di trovare un compromesso politico per il bene del Paese. Sono fiducioso che ciò accadrà di nuovo al fine di consolidare i progressi della riforma della giustizia.


Fonte: Ministero degli Esteri