Ucraina: pacifisti già latitanti, ora a comando?

14-07-2022 15:09 -

GD – Roma, 14 lug. 22 - Il grande assente nella guerra che Putin ha scatenato contro l’Ucraina è certamente l'ONU. Altri protagonisti singolari in questa assurda guerra sono i pacifisti da talk show, cioè tutti coloro che, seduti comodamente in uno studio televisivo o in Parlamento, con volto serio e contrito, dicono che la guerra va fermata chiedendo in modo più o meno esplicito agli ucraini di arrendersi all’invasore russo.
Poi ci sono i pacifisti manifestanti, quelli che scendono in piazza con le bandiere arcobaleno e i volti dipinti per invocare la pace e protestare contro la guerra.
Di questi pacifisti finora non si è parlato molto. Come mai? Semplicemente perché non si sono manifestati! Non sono scesi in piazza a reclamare la pace né il 24 febbraio, il giorno dell’invasione da parte della Russia di un Paese fratello confinante; né nei giorni successivi quando cominciavano ad arrivare le terribili notizie e le immagini delle devastazioni perpetrate dell’esercito invasore che, forte di un'iniziale superiorità militare, ha distrutto tutto ciò che ha incontrato sul suo cammino per tentare di invadere l’Ucraina. E ha falcidiato migliaia di civili inermi, bambini, anziani e handicappati compresi.
Solo la resistenza e la determinazione del valoroso popolo ucraino hanno consentito sinora di bloccare tali velleità imperialistiche di Putin, impedendo all’esercito russo di conquistare Kiev.
Ma eccoli! Finalmente i pacifisti si sono svegliati! Il 26 giugno, i pacifisti antimperialisti hanno organizzato una manifestazione a Madrid, al grido: «No alla NATO! Disimpegnati dalla NATO e dissolvilo!». Strano in effetti, perché la guerra in corso in Ucraina non coinvolge la NATO, né la NATO ha invaso l’Ucraina o la Russia. Quindi, non si capisce lo scopo della manifestazione di Madrid.
Poi l’11 luglio i pacifisti hanno organizzato un’altra manifestazione, questa volta per chiedere il cessate il fuoco. Ma hanno organizzato questa manifestazione a Kiev e non a Mosca.
Non è chiaro, in effetti, capire le intenzioni dei pacifisti. Chi dovrebbe fermare la guerra?
Forse gli ucraini lasciando ai russi la possibilità di invadere velocemente la loro nazione? Insomma, non è chiaro cosa stanno chiedendo i pacifisti.
Invece sorge un dubbio sulla tempistica dell’iniziativa organizzata dai pacifisti a Kiev l’11 luglio. Come mai questa manifestazione viene organizzata dopo 140 giorni dall’inizio del conflitto? Forse perché le ostilità sono in una situazione di stallo in cui i russi fanno fatica ad avanzare sul terreno; oppure perché gli ucraini, grazie anche ai nuovi armamenti ricevuti sia dai Paesi europei, sia dagli Stati Uniti (i famosi missili «Himars») sono riusciti a distruggere i depositi di armi e carburante dislocati dietro la linea di fuoco da cui i russi continuano a bombardare le città ucraine?
Dai rilevamenti satellitari delle NASA, risulta evidente che i russi hanno ridotto notevolmente i bombardamenti contro le città ucraine perché evidentemente cominciano a scarseggiare le munizioni.
Adesso che la situazione sul terreno comincia a cambiare a favore degli ucraini, grazie alle nuove armi super tecnologiche, i pacifisti organizzano a Kiev una manifestazione per chiedere di fermare le armi. Per queste ragioni non si riesce a capire se i pacifisti agiscono spontaneamente di loro iniziativa, oppure in difesa di specifici interessi? Forse temono che il valoroso popolo ucraino possa respingere, oltre i propri confini, gli invasori russi?
Bisognerebbe porre queste domande ai pacifisti, perché non è facile altrimenti capire la logica che guida le loro manifestazioni per la pace.

Ciro Maddaloni
Esperto internazionale di eGovernment

Fonte: Ciro Maddaloni