"You Topic Fest": la Sezione Rondine in 12 scuole d’Italia da settembre

17-06-2022 20:01 -

GD - Arezzo, 17 giu. 22 – Si apre il sipario sulla prima giornata del festival internazionale del conflitto di Rondine, "YouTopic Fest", giunto alla sua sesta edizione. Giornata ricca di contenuti che attraversano i temi centrali del lavoro della Cittadella di Arezzo, dove ogni giorno giovani provenienti da luoghi di conflitto di tutto il mondo convivono e si confrontano per trasformare il conflitto in opportunità. Dalla guerra, alla cittadinanza globale, dai progetti di impatto sociale fino all’arte. E inoltre la scuola, che oggi trova in Rondine un alleato che ha messo a disposizione il suo Metodo per affrontare le nuove sfide della contemporaneità. Nasce così la Sezione Rondine: un vero e proprio indirizzo scolastico già sperimentato dai licei di Arezzo Francesco Redi e Vittoria Colonna e che da settembre sarà attivato da 12 scuole di tutta Italia. L’annuncio nel corso della giornata alla presenza dei docenti e dirigenti dei licei che hanno creduto nell’importanza di questo percorso che rimette al centro dell’educazione la relazione e permette ai giovani di acquisire strumenti per la gestione del conflitto, risorsa fondamentale per affrontare la complessità della vita.
E proprio la complessità è il tema centrale di questa edizione di "YouTopic Fest" come ha ricordato il Presidente Franco Vaccari: “Non possiamo avanzare bene nel nostro tempo se non padroneggiamo la dimensione della complessità. Due i rischi: uno è quello della banalizzazione, il rischio di scivolare nella retorica, fino a creare l’alibi dietro cui si nasconde l'impossibilità di cambiare. L’altro rischio è quello del rifiuto della complessità, resa come una complicazione inutile o riducendo tutto a banalità e slogan. Noi, qui a Rondine, cerchiamo di affrontarla con tutta la fatica che comporta”.
Questo il senso del titolo della rassegna “La complessità è un alibi? La sfida del passo possibile” di "YouTopic Fest", che torna ad essere momento di incontro e di relazione dopo il lungo periodo di pandemia, ma anche per riflettere e interrogarci attraverso eventi culturali, artistici, workshop e panel, soprattutto grazie alle testimonianze, alle esperienze e ai progetti dei giovani italiani e internazionali che a Rondine si formano e danno vita ad una nuova cultura delle relazioni.
Nella prima giornata non poteva mancare un dibatto sul tema “guerra, conflitto e complessità” a partire dalla stretta attualità tra Ucraina e Russia fino ai conflitti armati del resto del mondo. Come accedere alla comprensione della “complessità” senza ridurla ad una mera parola-slogan nell’epoca del digital, della notizia istantanea? E come non farsi schiacciare da tale complessità per diventare attivamente cittadini globali?
Su questi interrogativi sono intervenuti Elena Dundovich, docente di Storia delle Relazioni Internazionali e Storia dell’Europa Orientale all’Università di Pisa, che attraverso excursus storico alla ricerca di un modello che faccia da monito sulla “costruzione del nemico”, ha sottolineato: “Si comincia sempre da uno scollamento della società, che dà linfa alla costruzione del nemico fino a giustificare l’intervento con l’uso della forza; questa scissione, però, è una costruzione fatta a tavolino, è il meccanismo di creazione aprioristica dell'avversario”.
Sandro Calvani, presidente del consiglio scientifico dell’Istituto Toniolo per il diritto internazionale della Pace, ha evidenziato: “Dobbiamo riportare alla centralità le aspirazioni umanistiche e farla crescere nella mente, attraverso due periodi: uno lento, che può chiedere una generazione o due, ed è quello dell’educazione; l’altra dimensione, quella più urgente, che non può aspettare vent‘anni, è quella della leadership: dobbiamo riuscire a costruire dei leader che abbiano trasformato la propria mente verso una parità della dignità di tutti. Se permettiamo queste parità, possiamo riparare, cioè rendere di nuovo uguali in dignità con gli altri popoli, e possiamo evitare la separazione, cioè rendere dispari ciò che dovrebbe essere pari”.
“Il giornalismo nel racconto di una guerra non è semplice e richiede umiltà", ha sottolineato Asmae Dachan, giornalista e scrittrice italo-siriana. "Quando la persona che stiamo narrando ci somiglia, la narrazione diventa facile; se invece non ci riconosciamo, allora comporta un momento di distacco, di fatica. A volte si corre il rischio, quando una situazione è difficile, di non parlarne più, così le persone pensano che il conflitto sia esaurito. Uscite e fate rumore! Non fa rumore la foresta che cresce ma l’albero che brucia, voi siete una foresta che cresce e avete il compito di parlare di ciò che avete vissuto”.
E Fabrizio Lobasso, vice direttore centrale Africa Subsahariana della Farnesina, nella sua visione ed esperienza a livello internazionale ha sottolineato come la diversità sia inscindibile dai nostri rapporti e dal valore della dignità: “Tre aspetti sono più difficili da raggiungere della dignità: assumere la responsabilità degli errori fatti, perché culturalmente il “perdere la faccia” è un elemento complesso; concedere l’indipendenza al mio interlocutore, concedergli la sua integrità e forza per essere parte attiva e poi il riconoscimento della bontà della differenza dell’altro, che significa ti apprezzo per il semplice fatto di essere differente da me. Attraverso questo mosaico, questa interrelazione di elementi è possibile il valore della dignità, ed è un processo continuo”.
Il pomeriggio è ripreso all’insegna della scuola con due panel dedicati alla nuova sfida per la scuola del terzo millennio: educare alla cittadinanza globale.
Accelerazione, complessità e conflittualità, perdita di “profondità” e “prospettiva” da parte delle nuove generazioni, dispersione scolastica: qual è il ruolo della scuola per poter rispondere adeguatamente al bisogno che i nostri giovani hanno di sentirsi protagonisti nel mondo e non subirlo smarriti?
Ne ha parlato, oltre a Paola Berbeglia, presidente di Concord Italia e delegata Educazione alla Cittadinanza Globale per AOI, anche Riccardo Nencini, presidente della Commissione Istruzione Pubblica del Senato, che ha sottolineato il bisogno di investire sulla scuola e sulla conoscenza: “Non dal punto di vista separato del docente, ma dal punto di vista del rapporto del docente con lo studente, sapendo che lo studente va coltivato, fatto crescere, educato alla vita prima ancora che al lavoro; significa quindi che bisogna insegnare i pilastri attorno ai quali va costruita la propria identità personale. La conoscenza serve anche a sentirsi meno solo, a leggere la realtà circostanza. Avere tra le mani la possibilità di costruire con altri il canone della conoscenza, della bellezza. Imparerete a pensare meglio, a scrivere meglio e quindi essere più consapevoli della vostra forza.
Angelica Carnelos, Segretario generale di Enel Cuore Onlus, l’ente filantropico di Enel che opera da 18 anni sul sociale attraverso diverse aree: povertà, inclusione sociale, salute ma anche l’educazione e l’integrazione culturale: “Siamo partner e sostenitori da anni del progetto Rondine e del Metodo Rondine. Quello che ci ha colpito è proprio l’introduzione di questo metodo educativo sperimentale che aiuta anche l’integrazione culturale dei ragazzi e un approccio relazionale volto a trasformare il conflitto in inclusione, in comunità e coesione. Una sperimentazione questa che riteniamo fondamentale anche perché avrà un impatto importante sul fenomeno della dispersione scolastica, che è stato per alcuni versi amplificato dall’attuale emergenza sanitaria”.
La prima giornata di YouTopic Fest è stata anche un’occasione per salutare i giovani protagonisti dello Studentato Internazionale - World House di Rondine che hanno concluso ufficialmente il loro percorso formativo biennale pronti a diventare ambasciatori di pace nel mondo. È la generazione 2020 che lascia Rondine, quella che a Rondine è venuta nel momento più difficile per il mondo intero, a causa della pandemia, e che fermamente ha proseguito nel percorso con la volontà di rimanere un gruppo, anche se non è sempre stato facile gestire la complessità della convivenza.
Il Metodo Rondine non porta con sé solo la voce “Conflitto”. Ad essere centrale è anche la parola “Festa” che qui, nella Cittadella della Pace, è intesa nel suo senso più profondo: accettarsi e accogliersi come persone, indipendentemente dalla nostra provenienza.
Per questo la giornata di YouTopic Fest prevede tanti momenti di festa, arte, come l’inaugurazione della mostra dedicata a Ora Nadia Shaulova, artista ed ex studentessa russa della World House, la performance artistica “A Casa di Nadia”, a cura di Francesco Botti (voce) e Paolo Vaccari (flauto), in collaborazione con Oida – Orchestra Instabile di Arezzo e Spazio Seme – Centro artistico international; e infine l’Art workshop Filo ArX a cura di ToscanABILE e Pronto Donna.

Fonte: Redazione