Ucraina: FAO distribuisce patate da semina a famiglie rurali vulnerabili

18-05-2022 17:19 -

GD - Kyiv, 18 mag. 22 - Impegnata a tutelare la sicurezza alimentare e la sussistenza delle famiglie rurali vulnerabili in Ucraina, la FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l’agricoltura, ha distribuito kit di patate da semina a 17.740 famiglie in dieci delle regioni (oblast’) del Paese, affinché possano effettuare la semina in tempo utile per la prossima stagione di raccolta.
Sono circa 46.000 le persone che usufruiranno degli aiuti della campagna, che si avvale del sostegno finanziario dell’Unione Europea e del Fondo centrale d’intervento per le emergenze (CERF).
“In questo momento, è assolutamente decisivo aiutare gli agricoltori: non soltanto i grandi produttori, ma anche le piccole aziende agricole e le famiglie che coltivano gli orti domestici,” ha dichiarato Pierre Vauthier, funzionario responsabile designato dalla FAO per l’Ucraina. “L’agricoltura è uno dei principali settori produttivi dell’Ucraina ed è importante per la sicurezza alimentare del Paese. Essa rappresenta anche un’importantissima fonte di reddito per i 12,6 milioni di individui stanziati nelle zone rurali, che costituiscono quasi un terzo della popolazione nazionale”.
In totale, nelle ultime settimane, sono state distribuite 862 tonnellate di patate da semina a persone bisognose di aiuti. L’operazione è stata effettuata in tempo per la campagna di semina primaverile, in modo da garantire la raccolta di questo alimento particolarmente nutriente in settembre.
Ogni famiglia o nucleo familiare, costituito in media da 2,6 persone, riceve un kit di 50 chili di patate da semina, che dovrebbero assicurare una resa di circa 600 chili di patate. Questo alimento, oltre a essere adatto per la conservazione e il consumo, anche nell’arco di diversi mesi, può altresì essere riutilizzato per le successive stagioni di semina o venduto nei mercati locali.
In ogni zona d’intervento, la FAO ha lavorato in stretta collaborazione con le autorità locali e con i partner esecutivi, che hanno prestato assistenza nella selezione dei beneficiari, nella distribuzione, nel monitoraggio e nel coinvolgimento delle comunità.
“Grazie alla collaborazione con la FAO, abbiamo distribuito 2,5 tonnellate di patate alla ‘hromada’ (comunità territoriale amalgamata) di Rudky, nell’oblast’ di Leopoli. Si tratta di un volume di patate destinato a 50 nuclei familiari che hanno accolto sfollati interni”, ha spiegato Ihor Vuitsyk, capo del consiglio di amministrazione della Camera dell'agricoltura di Leopoli, partner esecutivo della FAO. “È importante che un’organizzazione come la FAO possa aiutare concretamente le persone; in questo momento particolare, la FAO assiste coloro che si occupano di produzione, poiché uno dei suoi compiti è garantire la produzione alimentare a livello locale”.
Nell’oblast’ di Leopoli, nell’Ucraina occidentale, sono state distribuite circa 15 tonnellate di patate da semina a 300 nuclei familiari. Di queste, 30 kit sono stati riservati alle famiglie del villaggio di Khlopchytsi, nella hromada di Rudky, dove attualmente sono ospitati oltre 150 sfollati interni provenienti da altre regioni del paese.
Un’altra area interessata dalla campagna di distribuzione delle patate da semina è l’oblast’ di Dnipropetrovs'k, nella fascia centrale e orientale dell’Ucraina, dove i kit sono stati consegnati a 3.690 nuclei familiari. Parte di questi aiuti sono stati destinati a 41 villaggi nella hromada di Verchn'odniprovs'k, i cui abitanti hanno accolto 2.685 sfollati interni.
“Alcune aziende hanno chiuso i battenti, altre hanno tagliato il personale o licenziato dipendenti. Non siamo in grado di offrire lavoro alla popolazione locale. E dobbiamo pensare a come sfamare la gente quest’inverno”, ha affermato Genadii Lebid, governatore della hromada di Verchn'odniprovs'k, osservando che, a causa dei disagi e delle incertezze causati dal conflitto, la popolazione ha particolarmente bisogno di coltivare l’orto e poter garantire una fonte di cibo ai propri familiari.
L’operato della FAO in Ucraina - Fin dall’inizio della guerra, la FAO, che opera in Ucraina dal 2003, ha elaborato e aggiornato un suo Piano d’intervento rapido (Rapid Response Plan, RRP) per fornire sostegno agricolo e garantire la sicurezza alimentare agli individui maggiormente colpiti dal conflitto.
L’intervento della FAO prevede la fornitura di aiuti in denaro e mezzi di produzione agricola e allevamento, a sostegno dei piccoli agricoltori e allevatori più colpiti, affinché possano far fronte alle scadenze stagionali. Questo aiuto consentirà alle famiglie di procurarsi del cibo, producendo ortaggi, cereali, latte, carne e uova.
“Nelle prossime settimane, la FAO sosterrà con trasferimenti monetari multifunzionali 3.700 nuclei familiari (per un totale di 9.600 persone), mentre distribuirà kit per la produzione di ortaggi a più di 14.600 famiglie rurali (38.000 persone), in modo da assicurare la ripresa della produzione alimentare per il consumo e la vendita”, ha aggiunto Pierre Vauthier. “Stiamo anche pensando di distribuire pollame e di aiutare gli allevatori di bestiame vulnerabili, mettendo a loro disposizione mangimi animali e integratori di vitamine e sali minerali. Se avessimo a disposizione ulteriori risorse, potremmo aiutare più persone residenti nelle zone rurali vulnerabili del Paese”.
La FAO ha bisogno di 115,4 milioni di dollari di finanziamenti per offrire assistenza a 979.320 piccoli agricoltori e produttori di medie dimensioni, entro la fine di dicembre 2022, per aumentare la disponibilità e l'accesso al cibo. Finora, l’Organizzazione ha raccolto 11 milioni di dollari. Ad assicurare contributi finanziari sono stati l’Australia, il Belgio, la Fondazione Louis Dreyfus, il Fondo “Ukraine Humanitarian Fund”, la Francia, il Giappone, lo strumento di intervento rapido del CERF, l’UE e l’Ufficio per l’assistenza umanitaria (BHA) di USAID. È urgentemente necessario stanziare ulteriori aiuti destinati ad altre persone, al fine di salvare la stagione di semina primaverile e sostenere i preparativi per la raccolta.


Fonte: FAO