Crisi alimentare e energetica, investire in accordi bilaterali con Algeria, Libia, Tunisia

13-05-2022 16:22 -

GD - Roma, 13 mag. 22 - (Speciale Libia) - La guerra in Ucraina pone l'Italia, e l'Unione Europea tutta, davanti a una delle più gravi crisi umanitarie, securitarie, energetiche, economiche, ma soprattutto alimentari. Secondo la FAO, 13 milioni di persone in più potrebbero soffrire la fame tra il 2022 e il 2026 a causa della guerra. Non dobbiamo dimenticarci che l'Ucraina è il quarto maggiore fornitore estero di cibo nell'Unione Europea – ci invia circa metà delle nostre importazioni di granoturco, un quarto dei nostri oli vegetali. Proprio oggi la Coldiretti ha lanciato l'allarme siccità con l'arrivo del caldo africano in grande anticipo per le semine primaverili di riso, girasole, mais e soia, ma anche per le coltivazioni di grano, altri cereali e foraggi seminate in autunno, e per ortaggi e frutta. Il discorso odierno del Presidente Draghi richiama l'attenzione sul ruolo dei Paesi del Maghreb su cui ho insistito fin dall'inizio di questo conflitto.
La riduzione delle importazioni di combustibili fossili dalla Russia rende inevitabile che l'Italia guardi verso il Mediterraneo, in particolare a quei Paesi del Maghreb che possono offrire fonti di approvvigionamento energetico alternative, come l'Algeria, Libia e Tunisia, nostri partner strategici. Concordo con il presidente Draghi sulla necessità di investire su accordi bilaterali. Dobbiamo puntare sui cavi elettrici sottomarini per trasferire energia elettrica dal Nord Africa all'Italia e all'Europa.
È fondamentale investire in piani di inter-connettività che vedono l'Italia protagonista, in sinergia con imprese e associazioni per creare un'unica rete elettrica per i Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum. Terna ha annunciato lo scorso dicembre di essere pronta a mettere in cantiere il Thyrrenian link, il maxi progetto che collegherà Campania, Sicilia e Sardegna. A completare l'auspicata mappa geografica della rete elettrica mediterranea è l'Algeria, che potrebbe diventare una sorta di ‘batteria elettrica' per l'Europa, connettendosi alla Sardegna attraverso un cavo sottomarino con una capacità di 1000 megawatt.
La possibilità di interconnessioni dalla Libia verso la Sicilia, attraverso il Submarine Sahara Green Cable Project, un progetto presentato da alcuni ricercatori dell'Università di Sabha, ma la cui realizzazione dipende ancora dalla stabilità del Paese. Tutti questi programmi, tenendo conto dei cambiamenti climatici e soprattutto del quadro geopolitico divenuto improvvisamente molto più pericoloso e incerto, hanno un vantaggio enorme in termini economici, occupazionali e di sicurezza degli approvvigionamenti.

Sen. Marinella Pacifico
segretario del Comitato Parlamentare Schengen, Europol ed Immigrazione


Fonte: Marinella Pacifico