Africa: sbarca a Roma l´arte contemporanea "Costa d´Avorio: identità e vitalità dell´arte contemporanea"

18-06-2018 19:01 -

GD - Roma, 18 giu. 18 - L´arte della Costa d´Avorio sbarca a Roma. Per la prima volta, infatti, Roma apre le porte all´arte contemporanea della Costa d´Avorio con una mostra al Museo di Arte Contemporanea Mattatoio, visitabile fino al 22 luglio. Una passeggiata nel cuore dell´anima ivoriana, un racconto artistico delle profonde trasformazioni e contraddizioni del continente africano, un ponte tra popoli diversi che si incontrano sempre più spesso e convivono in un mondo globale.
Sono tanti gli spunti di riflessione dell´esposizione intitolata "Costa d´Avorio: identità e vitalità dell´arte contemporanea", che presenta le opere di 13 artisti ivoriani e della diaspora, tra fotografie, sculture, istallazioni e pitture.
La mostra, promossa dall´Ambasciata della Repubblica della Costa d´Avorio, è stata organizzata in collaborazione con l´Assessorato alla crescita culturale del Comune di Roma e l´Azienda speciale Palaexpo, anche grazie a numerosi sponsor italiani, ivoriani ed internazionali.
"Il ruolo dell´ambasciatore è anche quello di promuovere la cultura e la creazione artistica nelle relazioni internazionali per rafforzare conoscenza e consapevolezza delle diversità nel mondo nuovo che sta nascendo", ha dichiarato Janine Tagliante-Saracino, ambasciatore della Costa d´Avorio in Italia, auspicando una "cooperazione culturale sempre più stretta tra il mio paese, Roma e l´Italia".
Per Innocenzo Cipolletta, commissario per la gestione provvisoria di Palaexpo, le opere dei 13 artisti ivoriani esposte al Mattatoio sono qui a "ricordarci che la modernità attraverso l´arte contemporanea è un discorso che unisce tutti". Il curatore dell´esposizione, Massimo Scaringella, ha invece posto in evidenza "la grande vitalità della Costa d´Avorio sulla scena artistica contemporanea mondiale, con produzioni dalla qualità molto alta e dall´identità particolare", come già dimostrato all´ultima Biennale di Venezia.
Importanza delle radici, legami forti con la terra di origine, crescita urbana e demografica, giovani e migrazioni, diversità etnica, street art: gli artisti ivoriani esposti al Mattatoio offrono un´altra narrazione del loro Paese e di un continente in rapida trasformazione, ben diversa da quella rilanciata dall´informazione corrente.
Istallazioni, fotografie, dipinti, sculture che ci fanno vedere quello che di solito non vediamo, che non ci viene mostrato, ci fanno prendere coscienza della realtà sul terreno.
"Il ruolo dell´artista è essenziale sia come testimone dei cambiamenti del mondo nel quale vive che come precursore della coscienza politica", ha sottolineato ancora l´ambasciatore Tagliante-Saracino. A cominciare dalle sculture di Jems Koko Bi, che denunciano le perdite in vite umane nel fenomeno delle migrazioni, ormai presentato come un fatto di cronaca ordinaria, mentre è a rischio l´esistenza e il futuro di migliaia di giovani africani. Le fotografie del giovane Mohamed Keita fanno invece scoprire lo sguardo di un migrante sul suo nuovo luogo di vita - Roma - e l´importanza della strada per chi è appena arrivato.
I fotografi Jacobleu e Ananias Le´ki Dago documentano scene quotidiane nelle periferie delle megalopoli africane, le difficoltà a rifornirsi in acqua, a trovare casa, ad avere una vita dignitosa, ma anche il ruolo cruciale e la sfida dei giovani - il 70% della popolazione ivoriana (23 milioni di abitanti) ha meno di 30 anni - l´importanza dei piccoli mestieri e l´arte del recupero.
Joana Choumali nei suoi scatti ricamati trasmette l´emozione della partenza per quelle popolazioni che lasciano i villaggi di origine per raggiungere le capitali africane ed occidentali, lasciando un vuoto mai colmato. Intriganti simbolismi, tonalità, saturazioni, bilanciamenti cromatici caratterizzano le tele dei pittori Ouattara Watts, Ernest Duku, Mathilde Moreau, Kra N´guessan, Jacques Samir Stenka e Frederic Brule Bouabre. Materiali che sembravano aver perduto la loro identità ritrovano vita nelle sculture di Joachim K. Silue. La mitologia ispirata, la connessione con l´Africa si rafforza nel lavoro di Virginia Ryan.


Fonte: Redazione