L’ex spazio sovietico potrebbe andare in contro allo stesso destino del Medio Oriente post-ottomano quando Gran Bretagna e Francia si sono spartite con l’accordo Sykes-Picot (1916) gli ex territorio ottomani dell’Asia Minore.
Ma le diffidenze e la determinazione a non cedere nulla all’avversario rischiano di compromettere definitivamente il minimo margine di dialogo rimasto e far scoppiare un conflitto armato. In più, la probabilità che l’Ucraina imploda ancor prima di un’intesa tra le parti non è da escludere. Kiev si trova oramai tra “l’incudine e il martello” e probabilmente farà fatica a reggere alla schiacciante pressione geopolitica proveniente dall’esterno, a cui si aggiunge una forte crisi interna.
Se ciò dovesse accadere, lo Stato ucraino si trasformerebbe in un “buco nero” che risucchierebbe tutto ciò che lo circonda, trascinando
obtorto collo direttamente la Russia e indirettamente gli Stati Uniti in una guerra che avrebbe delle ripercussioni catastrofiche per l’intero continente europeo, per la NATO e per il futuro dell’Unione Europea.
In questi giorni la diplomazia lavora all’interno di un contesto regionale in cui la situazione potrebbe sfuggire al controllo di tutti gli attori coinvolti perché in Ucraina si decidono non soltanto le sorti dell’Europa ma anche il
balance of power dell’intero ordine internazionale.
Marco Corno
Analista geopolitico
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