UNESCO: il tartufo diventa patrimonio umanità

16-12-2021 12:40 -

GD – Roma, 16 dic. 21 - La “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali” entra nel patrimonio culturale immateriale dell'umanità tutelato dall'UNESCO. Lo ha annunciato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel corso dell'assemblea nazionale della principale organizzazione agricola europea nel comunicare la decisione adottata dalla sedicesima sessione del Comitato intergovernativo Unesco riunito a Parigi. Un risultato che è stato festeggiato con un maxi vassoio di tagliolini al tartufo per le centinaia di agricoltori insieme ai leader politici dei principali partiti e movimenti presenti in Assemblea.
“L'ingresso del tartufo tra i patrimoni dell'umanità”, ha sottolineato Prandini, “è un passo importante per difendere un sistema segnato da uno speciale rapporto con la natura in un rito ricco di aspetti antropologici e culturali. Una tradizione determinante per molte aree rurali montane e svantaggiateanche dal punto di vista turistico e gastronomico”.
L'arte della ricerca del tartufo coinvolge in Italia una rete nazionale composta da circa 73.600 detentori e praticanti, chiamati tartufai, riuniti in 45 gruppi associati nella Federazione Nazionale Associazioni Tartufai Italiani (FNATI), da singoli tartufai non riuniti in associazioni per un totale di circa 44.600 unità e da altre 12 Associazioni di tartufai che insieme all'Associazione Nazionale Città del Tartufo (ANCT) coinvolgono circa 20.000 liberi cercatori e cavatori.
Una vasta comunità, distribuita nei diversi territori regionali italiani, che coinvolge in prima battura la coppia cavatore-cane in un rapporto armonico tra il cavatore e la natura che è alla base della trasmissione di conoscenze e tecniche legate alla cerca e cavatura individuate come una pratica sostenibile. Mentre in ambito famigliare è ancora il singolo tartufaio più anziano, nonno o padre, che insegna alle nuove generazioni i segreti, gli accorgimenti, i luoghi e le tecniche della cerca e della cavatura.
L'arte italiana della ricerca del tartufo entra nella lista UNESCO del patrimonio culturale immateriale dell'umanità al fianco di molti tesori italiani già iscritti dall'Opera dei pupi (iscritta nel 2008) al Canto a tenore (2008), dalla Dieta mediterranea (2010) all'Arte del violino a Cremona (2012), dalle macchine a spalla per la processione (2013) alla vite ad alberello di Pantelleria (2014), dall'arte dei pizzaioli napoletani (2017) alla la Falconeria fino all'“Arte dei muretti a secco”. ma non mancano neppure luoghi simbolo tutelati dall'UNESCO come le Colline del Prosecco e le faggete dell'Aspromonte e del Pollino.UNESCO: tartufo diventa patrimonio umanità.
Il ministro Luigi Di Maio ha espresso grande soddisfazione per la decisione del Comitato, che riconosce il valore di uno straordinario patrimonio di conoscenze e pratiche tradizionali trasmesse oralmente nelle campagne di molte regioni del nostro del Paese.
La nuova iscrizione porta a 15 il numero di elementi italiani iscritti nella Lista del Patrimonio immateriale, su un totale di più 600. Dopo l’iscrizione la scorsa estate dei Portici di Bologna, dei cicli pittorici della Cappella degli Scrovegni a Padova, di Montecatini Grande SPA d’Europa nella Lista dei Siti del Patrimonio Mondiale UNESCO e dopo l’elezione, il 25 novembre scorso, del nostro Paese al Comitato per il Patrimonio Mondiale dell’Organizzazione, il risultato conferma ulteriormente la posizione di primissimo piano che l’Italia riveste in seno all’UNESCO e l’ottimo gioco di squadra del sistema-Paese, che ha visto coinvolti, insieme con la Farnesina, la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’UNESCO, la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, il Ministero della Cultura e un ampio ventaglio di realtà locali che hanno promosso la candidatura, tra cui la Federazione Nazionale Tartufai Italiani (FNATI) e dall’Associazione Nazionale Città del Tartufo (ANCT).


Fonte: Coldiretti