ISPI: Qatar un anno dopo, un´isola, ma con molti partner, di Eleonora Ardemagni

06-06-2018 10:16 -

GD - Milano, 6 giu. 18 - Qatar un anno dopo. Un anno di rottura diplomatica, embargo e boicottaggio: molto è cambiato per il Qatar. Ma non nella direzione che auspicavano le monarchie vicine. Il 5 giugno 2017, l´Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti (EAU), il Bahrein e l´Egitto rompevano le relazioni diplomatiche con l´emirato, accusandolo di terrorismo: l´obiettivo era punire e modificare la politica regionale disallineata di Doha (su Fratelli Musulmani, Iran e Al-Jazeera). Lo scrive Eleonora Ardemagni, ricercatrice associata all´Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi), Gulf and Eastern Mediterranean Analyst per la Nato Defense College Foundation, sulla rivista on-line Affarinternazionali.it.
La frattura nel Golfo non si è ricomposta. Né la mediazione ufficiale del Kuwait, né quella informale degli Stati Uniti hanno smussato i contorni di una crisi che è, innanzitutto, uno scontro personale e di potere fra principi ed emiri: il principe ereditario degli EAU Mohammed bin Zayed Al-Nahyan e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman Al-Saud (MbS) contro l´emiro qatarino Tamim bin Hamad Al-Thani. Questa crisi di lungo periodo sta ridisegnando la strategia politica, economica e geopolitica del Qatar. Archiviato, di fatto, il Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg) in favore della diarchia Riad-Abu Dhabi, gli Stati Uniti annunciano summit trilaterali con sauditi ed emiratini in tema di sicurezza regionale. E assistono a una disputa che mina quel fronte anti-Iran sognato dal presidente Donald Trump.
Diplomazia e litigi. "Non c´è possibilità di riconciliazione", ha affermato il ministro degli affari esteri del Bahrein: Doha non ha fatto mea culpa (ma ha firmato con Washington un memorandum sul contrasto al terrorismo) e nessuno, nel Golfo, vuole rischiare di perdere la faccia. L´annuale vertice del Ccg, svoltosi a Kuwait City il 4 dicembre, è durato poche ore: solo Kuwait e Qatar hanno partecipato al più alto livello. Il 10 aprile, Trump ha ospitato l´emiro del Qatar alla Casa Bianca: ma il consueto vertice con il Ccg a Camp David è rinviato.
Emiratini e qatarini litigano ancora pubblicamente: molte fonti, anche statunitensi, confermano ormai che l´attacco hacker all´agenzia di stampa qatarina, che diede il là alla crisi dopo che alcune dichiarazioni dell´emiro vennero ritoccate, fu organizzato da Abu Dhabi. Qatar ed EAU si accusano di reciproche violazioni dello spazio aereo, nonché di alimentare trame di Palazzo, dando ospitalità e voce mediatica (come nel caso dello shaykh Abdullah bin Ali Al-Thani), a personalità reali critiche nei confronti delle politiche dell´attuale emiro.
Il Qatar ha annunciato che vieterà le importazioni di prodotti provenienti dai Paesi che lo boicottano: un gesto per nulla distensivo e che dice molto del livello di autonomia economico-commerciale che i qatarini hanno raggiunto quest´anno. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, l´impatto dell´embargo sulle attività economiche di Doha è stato transitorio, comunque già assorbito: nel 2017, il Prodotto interno lordo (Pil) del Qatar è stato del 2,1% (quasi invariato rispetto al 2,2% del 2016) e le stime per il 2018 sono del 2,6%.
Rotte, porti e alleanze. Adesso, i primi partner mediorientali del Qatar si chiamano Turchia e Iran: proprio l´opposto di ciò che Abu Dhabi e Riad volevano ottenere. In marzo, la Turkey´s Investment Support and Promotion Agency ha aperto un ufficio a Doha: l´emirato aveva prima ospitato il Turkey-Qatar Business Forum per promuovere scambi bilaterali e trasporti commerciali attraverso l´Iran e l´Iraq. Nel 2017, l´export iraniano non-oil verso Doha è cresciuto più del 100%, così come aumenta il traffico aereo (ovvero, a lungo termine, maggiori scambi culturali).
Un incontro del comitato economico Iran-Qatar si è appena tenuto nell´emirato per dare impulso agli investimenti e una delegazione qatarina ha espresso la volontà di investire nelle infrastrutture portuali dell´Iran durante una visita ai porti di Abadan, Khomeini port (entrambi nel Khuzestan con minoranza araba), Busher e Bandar Abbas (sulla costa meridionale). Tuttavia, Doha non potrà spingersi troppo fra le braccia di Teheran: il rischio sarebbe quello di rovinare il rapporto, ancora cordiale, con la Casa Bianca. Lo stesso vale per la relazione Qatar-Russia: come rivelato da "Le Monde", re Salman vuole impedire che i qatarini acquistino il sistema missilistico di difesa S-400 da Mosca e, in una lettera al presidente francese Emmanuel Macron, minaccia, nel caso, persino l´azione militare contro Doha.
Inoltre, si intensificano i contatti fra Qatar e Pakistan. Doha esporta gas a Islamabad: nonostante i pakistani abbiano fin qui cercato di rimanere neutrali nella disputa intra-Golfo, le autorità del Paese asiatico intendono aumentare commercio e visti turistici con Doha. D´altronde, il Pakistan è il grande rivale dell´India e New Delhi è oggi partner privilegiato degli EAU, ovvero i più accesi accusatori del Qatar.
La mossa saudita. Infine, c´è un segnale forte. Come dichiarato da fonti ufficiali saudite a più media del regno, l´Arabia Saudita intende scavare un canale marittimo lungo l´unico confine che il Qatar ha con la terraferma, Salwa, che è territorio di confine anche per Riad. Conclude Eleonora Ardemagni. In quest´area, i sauditi realizzerebbero, in dodici mesi, un nuovo polo industriale ed economico punteggiato di porti, con una base militare, resort, spiagge private e persino un sito di smaltimento per le scorie nucleari del reattore che verrà. Insomma, l´ennesima puntata della saga dei mega-progetti (Neom, KAEC, Red Sea Project, Qiddiya), che tanto entusiasma MbS. Ma che stavolta trasformerebbe il Qatar in un´isola.
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Fonte: ISPI