Qatar: per amb. Al Malki l´embargo saudita "problema politico, il terrorismo non c´entra"

05-06-2018 13:33 -

GD - Roma, 5 giu. 18 - "L´obiettivo dell´embargo era evidente: bloccare lo sviluppo economico e finanziario del Qatar. Ma è altrettanto chiaro che il risultato non è stato raggiunto: l´economia del Qatar è cresciuta del 2,6 %, il Paese ha raggiunto l´autosufficienza alimentare, la Qatar Airline è ulteriormente cresciuta": lo ha detto l´ambasciatore del Qatar in Italia, Abdulaziz Bin Ahmed Al Malki, facendo il bilancio del primo anno dell´embargo messo in atto un anno fa contro il Qatar, il 5 giugno 2017, da Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti (EAU) ed Egitto.
"Le accuse al Qatar di finanziare il terrorismo erano soltanto un pretesto", ha aggiunto il diplomatico il quale ha ringraziato l´Italia per "aver sottolineato la necessità di risolvere la crisi attraverso il dialogo ed elogiato il ruolo di mediazione svolto dallo Stato del Kuwait che noi appoggiamo tuttora".
L´ambasciatore ha poi confermato "il rafforzamento dei legami politici ed economici e "l´aumento degli investimenti del Qatar in Italia, dove Qatar Airways ha acquisito il 49% di Meridiana ed creato Air Italy e dove presto si inaugurerà in Sardegna l´Ospedale ´Mater Olbia´".
Il cambio di Governo a Roma non lo preoccupa, perché "il rapporto di amicizia tra i due Paesi è profondo e sostenuto da uno spirito di dialogo e di pace".
In un incontro con un gruppo di giornalisti italiani nella sua splendida residenza romana, l´ambasciatore Al Malki ha ricordato come il Qatar si trovò all´improvviso, un anno fa, al centro della "più grave crisi politica della regione del Golfo arabico", colpito da un embargo che ne bloccò con effetto immediato i traffici commerciali, le vie di comunicazione marittime, aeree e terrestri ed ebbe come effetto l´espulsione dei cittadini del Qatar da Arabia Saudita, Bahrein e EAU.
Tra le 13 richieste saudite - tutte respinte in blocco - c´era quella di interrompere i rapporti con l´Iran (paese con il quale il Qatar condivide il più grande giacimento di gas al mondo), la rinuncia all´organizzazione dei mondiali di calcio del 2022 e la chiusura della tv satellitare Al Jazeera, "che da vent´anni svolge un ruolo essenziale nella libertà di opinione e di pensiero". "In quei giorni", ha ricordato il diplomatico qatarino, "la popolazione era alla fame, i supermercati erano senza scorte, il sistema finanziario prossimo al crollo".
"La prima parola d´ordine lanciata dall´emiro, lo sceicco Tamin Bin Hamad Al Thani, fu quella di mantenere i nervi saldi, per denunciare nel mondo la falsità delle accuse pretestuose dell´Arabia saudita" ha ricordato l´ambasciatore.
Il Paese, poi, si è messo al lavoro per superare la crisi, costruendo un nuovo grande porto, sviluppando il settore agricolo, aprendo nuovi collegamenti aerei per sostituire quelli con i paesi del Golfo, rilanciando gli investimenti all´estero. Oggi, ha aggiunto, la stabilità finanziaria del Qatar è riconosciuta da tutti, la nostra moneta ha mantenuto il suo tasso di cambio: "e se guardiamo la situazione dei Paesi che ci hanno attaccato vediamo che sono loro a trovarsi in difficoltà, non noi".
Poi, tornando alla politica, l´amb. Abdulaziz Bin Ahmed Al Malki ha annotato che "il Qatar è sempre per il dialogo. L´embargo è un problema politico, forse di invidia o di gelosia per la nostra crescita economico-finanziaria. Il terrorismo non c´entra".


Fonte: Carlo Rebecchi