Al Museo Pushkin di Mosca la mostra "L´anima della Pietra" di Fabrizio Plessi

23-05-2018 18:52 -

GD - Mosca, 23 mag. 18 - Si intitola "L´anima della Pietra" la mostra che l´artista italiano Fabrizio Plessi (Reggio Emilia, 1940), il 5 giugno inaugurerà nel Museo Pushkin di Mosca, a cura di Giuseppe Barbieri, Silvia Burini e Olga Shishko, con cui si vuole mettere in dialogo reciproco uno dei riconosciuti protagonisti della video arte internazionale e il grande museo testimone a Mosca della tradizione dell´arte occidentale.
Plessi è uno dei pionieri della video arte in Italia, il primo ad aver utilizzato il monitor televisivo come vero e proprio supporto, dentro cui scorre un flusso inarrestabile di acqua e di fuoco digitale. Performance sonore, architetture effimere, scenografie televisive e teatrali hanno costituito lo sfondo su cui Plessi ha innestato le sue video-sculture, in cui l´uso della tecnologia è ridotto a elemento naturale. Ha partecipato più volte a importanti rassegne come La Biennale di Venezia (dal 1970) o Documenta di Kassel. Sue antologiche hanno avuto sede in alcuni dei più importanti musei del mondo: i Guggenheim di New York e di Bilbao, le Scuderie del Quirinale di Roma, il Martin Gropius Bau di Berlino o l´IVAM di Valencia, il Kunsthistorisches di Vienna o la Fondazione Mirò di Barcellona. Nel 2011 il Padiglione Venezia della Biennale di Venezia ha riaperto, dopo anni di chiusura, con una imponente sua mostra dal titolo "Mari Verticali". Ha realizzato installazioni site specific anche per Piazza San Marco a Venezia, la Valle dei Templi di Agrigento, la Lonja di Palma de Maiorca, la Sala dei Giganti di Palazzo Te a Mantova, il Gran Teatro La Fenice di Venezia. Nel 2013 è stato inaugurato al Passo del Brennero l´avveniristico Plessi Museum, interamente progettato dall´artista come un´enorme opera di architettura, scultura e design che si integra perfettamente con l´ambiente circostante.
In particolare, il dialogo con il Museo Pushkin scaturisce da una profonda e consolidata convinzione che l´artista ha posto spesso al centro della propria ricerca e che è allo stesso modo nel cuore della funzione del museo: i classici non possono esistere senza la contemporaneità e, viceversa, solo attraverso le narrazioni contemporanee scopriamo nuovi codici di lettura per le opere del passato. Le innovazioni conquistate dall´arte contemporanea passano insomma attraverso le continue riscoperte del passato.
Su questa base si impernia dunque prima di tutto il dialogo del maestro italiano con il grande museo russo: nelle raccolte Fabrizio Plessi ha individuato 16 busti (fedeli copie di originali antichi) che diventano il fulcro de "L´anima della pietra". Le tecnologie multimediali ne scavano la superficie e ci restituiscono il loro intimo assetto formale, rendendo la copia, in un gioco di specchi, più vera del vero; lo stesso tema compare anche in alcuni grandi disegni dell´artista, che sono parte integrante di un percorso espositivo quasi scavato nella stessa anima dell´edificio museale. Quelle tecnologie, inoltre, nella terza sala dedicata alla personale di Plessi che è anche la seconda tappa della mostra, rileggono sorprendentemente un´altra meditazione sui miti antichi, l´affresco di Giulio Romano con la Caduta dei Giganti di Palazzo Te a Mantova, remota attualizzazione della prima pagina delle Metamorfosi di Ovidio: uno dei temi più cari a Plessi, l´acqua, diventa in questo caso l´allusione a un primordiale diluvio; le acque si riflettono e si specchiano nei monitor dell´installazione, significativamente indicandoci una storia di conflitti, di crisi, di rinascite, e tutto a partire dal substrato elementare che segna fino in fondo il nostro destino.
La mostra rientra nel programma di confronto tra l´arte russa e quella occidentale che il Centro Studi sulle Arti della Russia (CSAR) dell´Università Ca´ Foscari Venezia sviluppa da alcuni anni. È sostenuta dalla Fondazione Alberto Peruzzo di Venezia e dall´Istituto Italiano di Cultura di Mosca.
Il 5 giugno, nel giorno dell´apertura al pubblico della mostra, il Museo Pushkin ospiterà anche un convegno internazionale di studi, coordinato dalla direttrice dell´Istituto Italiano di Cultura di Mosca, Olga Strada: Giuseppe Barbieri, direttore del Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali di Ca´ Foscari, ragionerà sull´esigenza di uno sguardo autentico sull´antico che caratterizza il Rinascimento italiano e le sue molte, successive riprese; Ljudmila Akimova, conservatrice della sezione della scultura del Museo Pushkin, presenterà le ragioni e le vicende di costituzione della raccolta statuaria del museo; Silvia Burini, direttore dello CSAR, e Marco Tonelli discuteranno con Fabrizio Plessi di corpi, copie e simulacri; Olga Shishko leggerà la mostra di Plessi nella prospettiva del progetto "Pushkin XXI"; Stefano Baia Curioni, docente di Art Management and Markets all´Università Bocconi di Milano, Presidente del Centro Internazionale di arte e cultura di Palazzo Te (Mantova) e membro del Consiglio Superiore del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, degli scenari globali dell´arte e del dialogo interculturale.


Fonte: Redazione