Non rallenta voglia di Regno Unito in Italia: i giovani al primo posto

14-09-2021 12:10 -

GD - Roma, 14 settembre 2021 - Non rallenta la voglia di Regno Unito in Italia e i giovani sono al primo posto. In un anno in cui i governi di Italia e Regno Unito sono attivamente coinvolti a livello di G7, G20 e Nazioni Unite nella collaborazione per la ripresa dalla crisi pandemica che ha scosso l'intero mondo, il Regno Unito guadagna infatti una posizione nella classifica dei Paesi che gli italiani sentono maggiormente "vicini" sul piano culturale, dei rapporti e delle esperienze personali. Solo un punto dietro alla Germania e a quei Paesi del Mediterraneo, come Spagna, Francia e Grecia, tradizionalmente percepiti come più simili all’Italia.
Gli italiani e il Regno Unito: i giovani più appassionati. Il primo elemento rilevato dalla ormai tradizionale indagine della SWG, la quarta, per conto dell'ambasciata britannica in Italia offre la migliore sintesi di quanto emerge dallo studio.
Nonostante il dispiacere per la Brexit, le difficoltà della pandemia e le sfide calcistiche dell’estate, l’atteggiamento degli italiani nei confronti del Regno Unito resta fortemente positivo, in particolare tra i giovani, per cui il Regno Unito è al terzo posto tra i Paesi percepiti come più "vicini" in assoluto.
Focus giovani: sempre più impazienti di tornare in UK anche per studiare e specializzarsi, del Regno Unito i giovani amano in particolare le città, le opportunità professionali e la capacità di innovare. In merito all’agenda condivisa tra i due Paesi in ambito di G7, G20 e COP26, i giovani attribuiscono massima importanza alla collaborazione bilaterale su clima, lotta alla pandemia, sostegno all'occupazione e aiuti ai Paesi più poveri.
Se oltre la metà degli italiani (56%) dichiara di essere stato almeno una volta nel Regno Unito, per la quasi totalità di questi (9 su 10) resta forte il desiderio di tornare oltremanica. Tra quanti sono stati almeno una volta nel Regno Unito, poi, il 18% dichiara di avervi trascorso almeno un anno. Di questi, il 77% (in lieve crescita dall'anno scorso) descrive la propria esperienza come totalmente positiva.
In crescita rispetto all'anno scorso (83% vs 76%) è anche la percentuale di chi conferma la propria intenzione di visitare il Regno Unito dopo la conclusione della pandemia. In particolare, quasi 1 giovane su 2 si dichiara certo di tornare oltremanica. Inoltre, una significativa maggioranza di questi (2 su 3) mantiene una forte propensione a recarsi nel Regno Unito per studiare o specializzarsi (+6% rispetto al 2020).
Se oltre la metà degli italiani ha parenti o amici che vivono stabilmente in UK, 4 su 5 continuano a ricevere da questi riscontri positivi sulla loro esperienza oltremanica.
Cosa si apprezza del Regno Unito - Del Regno Unito gli italiani apprezzano soprattutto le università e le opportunità di studio (74%), le città (73%), la cultura (72%), la natura (70%), seguite dalle opportunità di carriera (68%) e di business (67%) e la capacità di innovare (65%).
Spicca tra i giovani, che si distinguono tra tutte le altre fasce d'età per il loro entusiasmo nei confronti del Paese, la passione per le città (79%), l'attenzione alle opportunità di business (73%) e la capacità di innovare (72%).
Nove italiani su 10 dichiarano di aver considerato il Regno Unito come destinazione dei loro viaggi, mentre più della metà degli italiani sostiene di aver pensato di recarsi oltremanica per motivi di lavoro o affari (53%) o di studio (51%).
Tra questi, una grande maggioranza dichiara che la propria propensione a recarsi nel Regno Unito non è diminuita rispetto al passato, per viaggi e turismo (86%), per motivi di lavoro/business (74%) o per motivi di studio (71%).
La relazione bilaterale nell’Anno delle Presidenze - A ormai cinque anni dal referendum sulla Brexit del 2016, la metà degli italiani ritiene che il Regno Unito abbia sbagliato a scegliere di uscire dalle istituzioni di Bruxelles, mentre un italiano su 4 (-7% rispetto all'anno scorso) ritiene il contrario. Nonostante questo, in un anno speciale per la relazione bilaterale tra UK e Italia, la percentuale di chi auspica il mantenimento di una forte sinergia anglo-italiana rimane di oltre 6 italiani su 10.
Questi numeri salgono poi ulteriormente se ci si riferisce ad ambiti specifici della collaborazione, con un'ampia maggioranza che ritiene importante collaborare in materia di ricerca scientifica e innovazione (80%), per scambi commerciali e investimenti (78%), in ambito di istruzione e università (76%), di sviluppo sostenibile, energia e nella lotta ai cambiamenti climatici (74%), cultura e arte (71%).
In riferimento alle numerose aree di collaborazione tra Regno Unito e Italia nell'ambito delle rispettive presidenze del G7 e del G20 di quest’anno, nonché della partnership in vista della COP26, il summit delle Nazioni Unite sul clima, anche qui spicca la particolare attenzione dei giovani per l'importanza di affrontare insieme i cambiamenti climatici (89%), la lotta alla pandemia (85%), il sostegno alle imprese e al lavoro (83%) e l'aiuto ai Paesi più poveri (83%)
Commentando i dati presentati da Rado Fonda, direttore di ricerca della SWG di Trieste, Jill Morris ambasciatore britannico in Italia ha dichiarato: «la collaborazione tra Italia e Regno Unito in questo nostro anno così speciale di presidenze, con l’Italia alla guida del G20 e il Regno Unito a capo del G7, parallelamente alla partnership per COP26, il summit delle Nazioni Unite sul clima a Glasgow, approfondisce il legame tra i nostri Paesi in un momento cruciale per la ripresa dalla crisi pandemica. Corollario importante di questa collaborazione sono l’attenzione e la propensione degli italiani nei confronti del Regno Unito, in particolare da parte dei più giovani. È su di loro che si fonda il futuro delle nostre relazioni, ed è per loro che i nostri Governi stanno lavorando insieme alla comunità internazionale per una ripresa più resiliente e sostenibile. L’attenzione al clima, il sostegno alle nostre economie e l’aiuto ai Paesi più poveri sono capitoli fondamentali della nostra comune agenda globale, per ricostruire insieme un futuro migliore. Come sempre, i risultati di questa preziosa indagine forniranno elementi di riflessione utili nel corso del XXIX Convegno di Pontignano, il principale appuntamento nell’agenda anglo-italiana che avrà luogo quest’anno a Siena dal 16 al 18 settembre», ha concluso l’amb.Morris.


Fonte: Redazione