IIC Mosca: al Museo Pushkin mostra "Dante Ipermoderno"

13-09-2021 15:42 -

GD – Mosca, 13 set. 21 - Dal 18 settembre al 17 ottobre 2021 il Museo statale Pushkin, in via Prechistenka 12/ a Mosca ospita la mostra “Dante Ipermoderno”. La rassegna, organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Mosca, commemora il 700° anniversario della morte del poeta, pensatore, teologo e autore della grande “Divina Commedia”.
La mostra propone un percorso efficace e rappresentativo delle fasi più recenti nell’ambito della lunga storia delle illustrazioni di opere dantesche. Dopo la fortunatissima serie di Gustave Doré, infatti, molti grandi artisti si sono impegnati nella ricerca di nuovi modi di rappresentare la Divina commedia, e almeno alcuni, come Dalì, Guttuso o Rauschenberg, hanno ottenuto importanti riscontri.
In particolare, l’esposizione mette in dialogo esperienze, tecniche e metolodogie differenti, passando da artisti che lavorano in modo tradizionale (Mimmo Paladino, Monika Beisner, ma anche Tom Phillips) ad altri che invece impiegano il digitale, da solo (Emiliano Ponzi), o in combinazione con la matita (Paolo Barbieri). Un vero e proprio viaggio nella cultura visiva contemporanea, molteplice e sfaccettata, ricca di suggestioni formali, in grado di suggerire nuovi sentieri interpretativi.
Le nove serigrafie di Tom Phillips (1983), tratte dalle 139 illustrazioni dell’edizione dantesca, evidenziano un linguaggio originale, che unisce l’immediatezza pop a una raffinata e potente ricerca sui mezzi espressivi. Di segno diverso sono invece i lavori realizzati con la tempera all’uovo da Monika Beisner (2001), prima artista donna a illustrare la Divina commedia nella sua interezza: le opere evidenziano un’attenzione lenticolare al dettaglio in grado di rielaborare attivamente una tradizione figurativa che arriva a comprendere Giovanni di Paolo. Mimmo Paladino (2021) impiega invece il disegno, rimeditato in senso sperimentale, per sondare le radici arcaiche del poema dantesco, assecondando un approccio ‘sciamanico’ e rileggendo i versi danteschi attraverso il filtro della propria poetica artistica.
Se gli artisti nominati fino ad ora impiegano tecniche tradizionali, il discorso cambia completamente avvicinandosi alle composizioni di Paolo Barbieri ed Emiliano Ponzi (entrambi del 2012). Il primo concilia la tradizione con l’innovazione: lo spettatore può così osservare le ‘matite’, gli schizzi originali in nero, tramutarsi nelle coloratissime stampe finali, in cui le atmosfere fantasy tratteggiano uno scenario interpretativo inedito. Ponzi invece si affida completamente al digitale, definendo ambientazioni dal tono surreale, con venature inquietanti, che riattualizzano Dante in una straniante contemporaneità.


Fonte: Redazione