Con la Brexit c’è meno Italia sulle tavole degli inglesi

10-09-2021 17:14 -

GD - Londra, 10 set. 21 - (Londra'Italia) - La Brexit sta penalizzando l'agro alimentare Made in Itali in Gran Bretagna. La Coldiretti registra un calo del 28% delle esportazioni della pasta verso l'UK, ma a risentirne anche olio d'oliva, passate e altri prodotti del Made in Italy. A causa della Brexit gli inglesi stanno infatti avendo notevole difficoltà a mantenere con costanza i gusti italiani sulle proprie tavole. Otto mesi dall’attuazione dell’uscita definitiva dall’Unione Europea, e quindi dal mercato unico, e nel Regno Unito si è registrato un crollo del 28% delle importazioni di pasta italiana.
Ma non è solo il primo piatto a risentirne, costretto a ripiegare verso sottomarche dove di italiano c’è solo la bandiera; anche gli acquisti di extravergine di oliva sono scesi del 13%, così come la salsa di pomodoro Made in Italy che ha registrato -16%.
È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti dell’uscita dell’UK dall’UE che ha provocato uno sconvolgimento degli scambi commerciali, sulla base dei dati Istat in valore relativi ai primi cinque mesi del 2021.
Il cambio nella dieta degli inglesi a seguito dell’uscita dal mercato unico riguarda anche il calo delle importazioni dall’Italia di vini e spumanti (-7%) e di formaggi (-9%) con il risultato che complessivamente Oltremanica si registra un crollo del 5% degli arrivi di cibo e bevande italiane.
A pesare sull’export alimentare del Belpaese verso l’UK, sottolinea la Coldiretti, sono le difficoltà amministrative che si sono venute a creare a seguito della nuova burocrazia dovuta al fatto che ora il Regno Unito è un paese terzo verso gli altri 27 stati membri, e viceversa.
Le criticità maggiori per chi esporta verso il Regno Unito interessano le procedure doganali e riguardano anche l’aumento dei costi di trasporto dovuti a ritardi e maggiori controlli.
Difficoltà che mettono a rischio i 3,4 miliardi di euro di esportazioni agroalimentari annue Made in Italy con il paese Oltremanica che si classifica al quarto posto tra i partner commerciali per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti.
Dopo il vino, con il Prosecco in testa, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in UK ci sono i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi, salumi e dell’olio d’oliva e il flusso di Grana Padano e Parmigiano Reggiano.
Le difficoltà nei rapporti tra UK ed UE, secondo la maggiore associazione di rappresentanza dell’agricoltura italiana, rischiano peraltro di favorire l’arrivo di cibi e bevande extracomunitarie non conformi agli standard sicurezza europei ma anche contraffazioni ed imitazioni dei prodotti alimentari Made in Italy, dal Parmigiano al Chianti.
Si tratta purtroppo di un rischio reale come dimostrano le vertenze approdate a Bruxelles nei confronti di Londra con i casi della vendita di falso Prosecco alla spina o in lattina fino ai kit per produrre in casa finti Barolo e Valpolicella o addirittura Parmigiano Reggiano.
Il Regno Unito, conclude la Coldiretti, potrebbe infatti diventare il cavallo di troia per l’arrivo del falso Made in Italy che nel mondo fattura 100 miliardi e che vedono tra i maggiori contraffattori gli Stati Uniti, con i quali gli inglesi stanno negoziando un accordo commerciale privilegiato, ma anche il Canada e l’Australia che fanno parte del Commonwealth.
Alessandro Allocca


Fonte: Londra’Italia