Afghanistan: Fassino su audizioni ministri Esteri e Difesa in Parlamento

24-08-2021 16:48 -

GD - Roma, 24 ago. 21 - Intervento dell'on. Piero Fassino, presidente Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, in occasione dell’audizione dei ministri Luigi Di Maio e Lorenzo Guerini dinnanzi alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato.
«L’esito drammatico della missione in Afghanistan, obbliga tutti a riflettere. E bene ha fatto il Presidente del Consiglio a proporre la convocazione di un G20 straordinario. L’intesa del G7, riunito proprio in queste ore a Londra, è certo essenziale, ma non esaurisce l’esigenza di una riflessione e di azioni che coinvolgano un numero più ampio di nazioni nella direzione di un sistema multilaterale di governance del mondo», ha detto Fassino.
«In queste ore la urgente priorità è condurre in porto le operazioni di evacuazione in un contesto drammatico che richiederebbe un tempo non esauribile in pochi giorni. Ed è importante che i cittadini evacuati siano accolti dal nostro Paese con generosità e solidarietà».
«Da più parti si sono evocati in queste settimane i corridoi umanitari, che per essere attivati richiedono una interlocuzione con le autorità di Kabul e una regia condivisa di accoglienza tra i Paesi occidentali e con i Paesi della regione. Obiettivi non scontati a cui l’UNHCR, per il suo profilo umanitario e onusiano, è l’organizzazione che meglio potrà dare un contributo».
«Che cosa accadrà adesso in Afghanistan e quale rapporto stabilire con le nuove autorità al potere a Kabul dipenderà in buona misura dai comportamenti che adotterà la nuova leadership afghana e la comunità internazionale non potrà che graduare le sue scelte alla luce di quel che accadrà a Kabul a partire dal cruciale tema del rispetto di fondamentali diritti umani e civili, in primo luogo per le donne».
«L’Afghanistan è incastonato in una regione problematica, tra Pakistan, Cina, Iran e le instabili repubbliche euroasiatiche. Né meno interessati sono grandi altri player regionali quali la Russia, l’India, il Qatar, gli Emirati e la Turchia. Tutto questo interroga l’Occidente su quali strategie assumere in un’area strategica centrale per gli equilibri internazionali».
«Nonostante l’uccisione di Bin Laden e la eliminazione dei suoi principali santuari, si commetterebbe un errore a credere che la minaccia terrorista sia diventata meno insidiosa. I rapporti di intelligence e delle stesse Nazioni Unite ci parlano di una rivitalizzazione di cellule di Al Qaeda in alcune distretti afghani. Il che dice che la lotta al terrorismo dovrà continuare a essere una priorità dell’agenda politica internazionale».
«L’esito infausto della missione in Afghanistan ha aperto un dibattito sul tema se sia giusto, uso una formula di gergo, “esportare la democrazia”. Quale che sia la risposta a quel quesito, giova ricordare che in questi vent’anni in Afghanistan si sono conosciuti diritti e spazi di libertà grazie alla protezione assicurata dalla presenza internazionale. Di fronte a gravi e continuate violazioni di diritti umani o a comportamenti aggressivi che insidiano la sicurezza e la convivenza internazionale è sufficiente far appello alla moral suasion? E quando il ricorso a sanzioni non ottiene risultati, con quali altri mezzi agire? Il giusto riconoscimento delle diversità identitarie può giustificare la negazione di diritti umani che appartengono ad ogni donna e ad ogni uomo? A che condizioni e con quali modalità si può ricorrere all’uso della forza e con quale strategia politica e di azione civile e sociale la si accompagna?»
Infine, ha concluso Fassino, «la vicenda afghana impone di riflettere anche sulle relazioni tra Stati Uniti e Unione Europea. Un rapporto strategico indissolubile, ma che per essere efficace richiede che a burdersharing corrisponda anche powershring, una Europa che pretenda di condividere deve riflettere su come superare gli ostacoli che fino ad oggi si sono frapposti ad una vera politica estera e di sicurezza europea».


Fonte: Redazione