Vaticano: ambasciatore Cuba presso Santa Sede, "migliori rapporti su base rispetto reciproco"

23-04-2018 08:47 -

GD - Roma, 23 apr. 18 - Cuba volta pagina, ma solo in chiave anagrafica. La rivoluzione non è infatti in discussione. L´ideale di una società solidale e socialista di uguali che si fa carico anche della giustizia e della pace nel mondo, perseguito dalla generazione dei "barbudos" guidati da Fidel Castro, non è ancora archiviato. E anche sul delicato fronte dei rapporti con la Santa Sede non dovrebbero esserci scossoni, ma nuovi orizzonti di collaborazione reciproca.
Lo assicura Jorge Quesada Conceptiòn, ambasciatore di Cuba presso la Santa Sede, il quale ha sottolineato in un´intervista esclusiva a tiscali.it che "le relazioni tra la Santa Sede e la Repubblica di Cuba vivono un momento favorevole dovuto ad un livello di maturità raggiunto" e che "congiunture complicate" del passato sono "oggi superate dalla volontà decisa da entrambi le parti di crescere nei loro rapporti sulla base del rispetto reciproco e del riconoscimento delle proprie peculiarità".
- Perché sembra persistere una sorta di speciale attenzione, forse simpatia, tra Cuba e la S. Sede?
R.: "Io lo definirei rispetto. In questi ultimi anni tanto la Santa Sede quanto Cuba siamo stati capaci di creare una relazione seria e responsabile. Cuba si è impegnata in questo sforzo con la sua serietà, la sua professionalità e con le garanzie che le posizioni che difende sono trasparenti e legate a principi intorno ai quali è stata costruita la nostra identità nazionale, identità che noi cubani difendiamo con responsabilità e convinzione".
- Con il Presidente Miguel Diaz-Canel Cuba comincia un´epoca nuova per Cuba dopo la lunga permanenza al governo della generazione che fece la rivoluzione. Con il ritiro del Presidente Raul sono finiti anche quegli ideali di giustizia e promozione umana all´origine della lotta di liberazione di Fidel nella Sierra?
R.: "La necessità del ricambio generazionale a Cuba è stata ribadita dai suoi dirigenti storici, coscienti del fatto che si tratta di un processo che contribuisce al progresso del sistema cubano. Sono sicuro che le nuove figure politiche che avranno la responsabilità di dirigere il paese proseguiranno l´opera iniziata nella Sierra Maestra nella misura in cui è stata confermata come l´opzione più adeguata per la nostra realtà che gode di un ampio consenso popolare per aver realizzato i sogni di giustizia, uguaglianza e libertà per i quali ha lottato la generazione che ha realizzato la rivoluzione cubana".
- Nelle relazioni con la Santa Sede dopo l´era segnata dalle eccezionali figure dei fratelli Castro subirà cambiamenti radicali o si registrerà una continuità?
R.: "Come spiegavo precedentemente, le attuali relazioni tra Cuba e la Santa Sede sono il risultato di un continuo sforzo per conoscerci meglio e progredire nelle relazioni sulla base del mutuo rispetto".
- Come viene valutata a Cuba l´azione dei Papi degli ultimi venti anni nei confronti della Rivoluzione che segna l´indipendenza e la nuova storia del popolo cubano?
R.: "La storia della lotta del popolo cubano per la propria indipendenza risale al secolo diciannovesimo, sogno di indipendenza che finalmente si è trasformato in realtà con la Rivoluzione cubana del gennaio 1959. Durante questo lungo cammino il popolo cubano ed i suoi dirigenti si sono dovuti sforzare per difendere ideali che considerano come la base dello sviluppo della nostra Nazione. In questo sforzo sono stati influenzati da fattori interni ed esterni di differenti segnali. La chiesa cattolica ed i suoi massimi rappresentanti, i Papi, hanno potuto dare contributi diversi in congiunture varie che sono state il riflesso di realtà differenti. Questo è stato un processo lungo che si è consolidato nella misura in cui la realtà di Cuba è stata conosciuta meglio ed è stato constatato che per il popolo cubano risulta prioritaria la salvaguardia delle proprie radici, della propria cultura e della propria storia".


Fonte: Carlo Rebecchi