Italia-Austria: questioni doppia cittadinanza e consolati, relazioni non sono più "eccellenti"

21-04-2018 22:04 -

GD - Vienna, 21 apr. 18 - Da molti anni ormai le relazioni tra Italia e Austria sono per definizione "eccellenti". Non c´è visita di capo di Stato, a Roma o a Vienna, non c´è incontro tra ministri e/o ambasciatori dei due Paesi in cui non si addotti questo attributo. D´ora in avanti, invece, si dovrà cambiare linguaggio. Le relazioni potranno essere definite "buone", "discrete" o forse addirittura "così così".
Le cose sono cambiate da quando è in carica il nuovo governo di centro-destra, che sta facendo di tutto per incrinare i rapporti tra i due Paesi. Neppure il primo governo di centro-destra, 18 anni fa, ai tempi di Haider, si era mai sognato di rimettere in discussione la questione del Sud Tirolo (o Alto Adige), per ragioni di politica interna. Ci sta pensando il secondo, quello a guida Sebastian Kurz.
In pochi mesi lo ha già fatto due volte. La prima, quando ha deciso di concedere la cittadinanza austriaca (e quindi anche il passaporto) agli italiani di lingua tedesca e ladina residenti nel Sud Tirolo. La seconda è di qualche giorno fa: consiste in una modifica della legge sui consolati, in modo che questi possano prestare assistenza anche ai cittadini italiani del Sud Tirolo (ma, anche in questo caso, soltanto a quelli di lingua tedesca o ladina). In altre parole, i sudtirolesi di lingua tedesca o ladina, quando all´estero avranno qualche problema da risolvere (un incidente d´auto, un arresto di polizia, un furto subito, un ricovero in ospedale ecc.), anziché rivolgersi a un consolato italiano - cioè a un consolato dello Stato di cui sono cittadini - potranno farlo a un consolato austriaco. Uno schiaffo per l´Italia.
Nei mesi scorsi, come si ricorderà, le relazioni tra Italia e Austria erano state turbate dalla questione della doppia cittadinanza, esplicitamente prevista del programma di governo. Già allora il ministro degli Esteri Angelino Alfano aveva protestato energicamente, ritenendo il provvedimento una provocazione nei confronti dell´Italia. È ben vero che - come avevano fatto osservare gli austriaci - la stessa Italia, ai tempi di Berlusconi, aveva concesso la cittadinanza agli italiani dell´Istria e della Dalmazia, ma tra le due vicende la differenza è enorme: gli italiani ora residenti in Slovenia e Croazia sono poche migliaia e non aspirano alla riannessione all´Italia; i cittadini della provincia di Bolzano di lingua tedesca sono oltre 300.000 e molti di essi sognano di ritornare austriaci.
La promessa del doppio passaporto e l´offerta dell´assistenza consolare austriaca solleticano, quindi, questo sentimento patriottico. Che è legittimo, sia ben chiaro, ma che rimetterebbe in discussione una questione di diritto internazionale, che con il cosiddetto "pacchetto Alto Adige" sembrava definitivamente risolta. La reazione dell´Italia aveva indotto il governo austriaco alla prudenza. Non aveva rinunciato al proposito della doppia cittadinanza, ma aveva assicurato che ogni decisione in proposito sarebbe stata presa di concerto con il governo italiano.
Passano poche settimane e scoppia il nuovo caso della proposta di legge sui consolati austriaci aperti anche ai sudtirolesi. Con lo sgarbo di non aver nemmeno avvertito preventivamente il governo italiano, che l´ha appresa dal sito web del Ministero degli Esteri austriaco. E così per la seconda volta il ministro Alfano ha dovuto incaricare l´ambasciatore a Vienna, Sergio Barbanti, di esprimere al governo austriaco la protesta ufficiale dell´Italia. Per la seconda volta, perché già nelle settimane precedenti, in occasione di un vertice a Vienna sulla doppia cittadinanza, cui erano stati invitati anche i consiglieri provinciali di Bolzano, Alfano aveva ordinato all´ambasciatore di non parteciparvi, in segno di protesta.
L´intervento dell´ambasciatore ha avuto un effetto immediato: la proposta di legge sui consolati è scomparsa dalla pagina web del ministero. Il ministro Alfano ha interpretato il fatto come una rinuncia alla legge, ma così non è, come ha fatto capire il portavoce del ministero degli Esteri austriaco, Thomas Schnoll: il progetto - ha dichiarato - è ancora in discussione tra i partner della coalizione di governo ed era stato pubblicato sul web prima del tempo soltanto per errore di un funzionario troppo precipitoso.
Insomma, la legge non è finita nel cestino, come crede Alfano, ma segue il suo normale iter di discussione e approvazione. Alla fine rispunterà fuori, così come rispunterà la doppia cittadinanza, riaprendo le tensioni tra Vienna e Roma, come non si ricordavano dai tempi delle bombe in Alto Adige e del governo Kreisky, che aveva portato la questione all´assemblea dell´Onu.
C´è solo da chiedersi quale sia la "ratio" di questa svolta austriaca nei rapporti con l´Italia, che rischia di compromettere quelle "relazioni eccellenti" di cui parlavamo all´inizio. È forse il prezzo che il cancelliere Kurz deve pagare al "socio" dell´estrema destra Heinz-Christian Strache, per assicurarsi l´appoggio al governo? Perché è evidente che non è l´Övp del cancelliere, ma l´Fpö di Strache a voler cavalcare le spinte annessionistiche dei movimenti nazionalisti sudtirolesi. Può darsi che in questo modo Kurz riesca a rafforzare il suo governo, ma i guasti che ne deriverebbero da rapporti deteriorati con l´Italia potrebbero comportare un prezzo molto più alto.


Fonte: Blog Austria vicina