Niger: ministero della Difesa italiano smentisce ipotesi di ritiro del personale militare dal Paese africano

21-04-2018 18:45 -

GD - Roma, 21 apr. 18 - Nessun ritiro delle truppe italiane dal Niger. In merito a quanto riportato da alcuni organi di stampa circa la sospensione della missione in Niger, una nota del ministero della Difesa "ribadisce quanto recentemente dichiarato pubblicamente dal Capo di Stato Maggiore della Difesa", e cioè che "stanno proseguendo le attività programmate del nucleo di ricognizione per attività di collegamento e preparazione, di intesa con le Autorità nigerine, e di predisposizione all´approntamento della base italiana in Niger".
"Non ci sono quindi ipotesi di ritiro del personale militare italiano" afferma la nota, secondo la quale "la missione si svilupperà in pieno accordo con le Autorità locali".
La dimensione numerica massima della missione è quella stabilita dal Parlamento, comprensiva dell´aliquota destinata al supporto logistico e sanitario, e sarà modulata in base alla situazione del teatro operativo e alle esigenze addestrative da soddisfare.
Per quanto riguarda la missione in Tunisia, il ministero della Difesa ricorda che "si tratta di una iniziativa NATO di supporto tecnico-militare verso un Paese chiave per la sicurezza del fianco SUD, a cui l´Italia ha dato la propria disponibilità a partecipare, e che si svilupperà in base alla definizione dei necessari accordi tra il Paese nordafricano e l´Alleanza Atlantica".
La nota del ministero della Difesa è una risposta, in particolare, ad un articolo pubblicato dal quotidiano "La Stampa", secondo cui "la rinuncia a inviare la nostra forza addestrativa in Niger sino a quando i nuovi scenari africani non siano stati del tutto chiariti, si configura, al di là di ogni dubbio, come la più ragionevole strada da seguire".
Tra i "nuovi scenari" cui fa riferimento il quotidiano torinese c´è il fatto che nel corso dell´ultimo vertice dell´OUA, quarantasei Paesi africani, fra cui il Niger, si sono accordati per adottare a scadenza brevissima un passaporto unico per i propri cittadini, abolendo altresì i dazi e i controlli di frontiera e dando vita ad una enorme ´area Schengen africana´ in cui tutti potranno circolare liberamente e senza alcun controllo" ed "è chiaro come il cammino intrapreso preconizzi sin d´ora un cambiamento tale da costringere a rivedere radicalmente tutte le politiche connesse al fenomeno delle migrazioni".
Nonostante l´obiettivo italiano di contribuire a porre le forze militari nigerine in condizione di gestire, disciplinare e se possibile rallentare il flusso dei disperati diretti verso le sponde del Mediterraneo fosse "dal nostro punto di vista altamente lodevole", scrive ancora "La Stampa", esso è stato "del tutto sgradito a buona parte dell´opinione pubblica locale e degli stati contermini. Un sentimento che come sempre succede ha trovato espressione anche nel locale dibattito politico, motivando l´opposizione chiaramente espressa di alcuni ministri chiave del governo in carica ed inducendo il Paese africano ad un ripensamento che ci è stato recentemente comunicato".
Tra gli altri fattori che contrari alla presenza italiana in Niger il quotidiano torinese cita anche "il malcontento della Francia che ci vedeva arrivare con sospetto in un Paese che non solo fa parte dell´Africa francofona , ma da cui proviene altresì circa il cinquanta per cento dell´uranio che serve alla Francia per soddisfare le sue esigenze civili e militari".
"Non che Parigi non ci volesse in area", continua "La Stampa", tutt´altro, ed infatti i francesi ci avevano invitati più volte ad entrare nella loro ´Operazione Barkane´, centrata proprio sul Niger ed estesa anche ai paesi circostanti travagliati da problemi di terrorismo islamico fondamentalista. Entrare in Narkane avrebbe però significato porci alle dipendenze di Parigi, evitando di agire con un´autonomia che noi avevamo invece preteso e che la Francia ha chiaramente dimostrato di non voler assolutamente tollerare".


Fonte: Carlo Rebecchi