Austria: protesta del ministro Alfano per progetto legge di Vienna su altoatesini

19-04-2018 18:46 -

GD - Roma, 19 apr. 18 - Il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano, ha "dato mandato, fin da ieri, all´ambasciatore d´Italia a Vienna di presentare una formale protesta al Governo austriaco, basata su puntuali elementi di diritto, sul disegno di legge (del Governo di Vienna - ndr) sulla protezione consolare per gli altoatesini di lingua tedesca e ladina" che, di fatto, apre i consolati austriaci anche ai sudtirolesidi lingua tedesca e ladina. Ne dà notizia oggi la Farnesina.
Il progetto di legge austriaco, si legge nella nota, "si configura come assolutamente non conforme alle norme UE in materia di cittadinanza europea e in materia consolare e del tutto contrario al diritto internazionale, oltre ad essere assolutamente non in linea con la collaborazione che dovrebbe esistere tra Paesi europei".
Il disegno di legge del governo Kurz che ha provocato la reazione del ministro, e che giunge dopo le polemiche sul doppio passaporto proposto agli altoatesini, è stato trasmesso al Parlamento di Vienna per adeguarsi alle normative europee. Le direttive di Bruxelles stabiliscono che i cittadini UE possono rivolgersi ad un consolato di un altro Stato membro se in quel Paese il loro Stato non ha una rappresentanza diplomatica. Il disegno di legge austriaco va però oltre: anche in presenza di una rappresentanza diplomatica italiana, i sudtirolesi di lingua tedesca e ladina potranno scegliere a quale consolato rivolgersi, ossia quello italiano oppure quello austriaco.
Come già avvenuto nel dibattito sull´ipotesi del doppio passaporto, il provvedimento non riguarda tutti gli altoatesini, ma fa esplicitamente riferimento al gruppo linguistico tedesco e ladino, perchè - questa la spiegazione - cadono sotto la "funzione tutrice" dell´Austria. Resterebbero così esclusi gli altoatesini di lingua italiana.
Il disegno di legge di Vienna non chiarisce però in che modo va verificato il gruppo linguistico. La dichiarazione di appartenenze linguistica, che in Alto Adige serve per accedere a posti di lavoro nel pubblico impiego e ad alcune prestazioni del welfare, come l´edilizia sociale, cade infatti sotto la privacy e viene custodita in Tribunale a Bolzano.
La normativa UE va applicata entro il primo maggio: visto che Vienna ha appena avviato l´iter parlamentare, la legge austriaca entrerà in vigore solo retroattivamente.
In Alto Adige, i Freiheitlichen altoatesini, il partito gemello della Fpoe del vice cancelliere Heinz Christian Strache, plaudono all´iniziativa, che "rafforza ulteriormente il legame e la funzione tutrice dell´Austria verso i sudtirolesi". Il segretario del partito Andreas Leiter Reber ha sottolineato l´importanza per i sudtirolesi di potersi rivolgersi al consolato austriaco nella propria madrelingua, mentre si trovano in difficoltà all´estero.
Anche il governatore altoatesino Arno Kompatscher ha salutato con favore il provvedimento, con la stessa motivazione: "Per i sudtirolesi all´estero si tratta di un punto d´appoggio nella propria lingua madre", ha commentato.
Per la deputata del Pd Debora Serracchiani, quello dell´Austria è un "gesto azzardato nei confronti dei cittadini italiani di lingua tedesca e ladina. Abbiamo tutele avanzatissime per le nostre minoranze che non hanno bisogno di tutori supplementari". Per Serracchiani "il passo del Governo austriaco getta un´ombra inquietante sulla sovranità che lo Stato italiano esercita in materia di cittadinanza, e in linea generale rischia di incrinare ai principi di sussidiarietà e leale collaborazione tra gli Stati membri che informano l´Unione europea".
"Auspico che il premier Kurz eserciti un ruolo effettivamente moderatore", ha aggiunto la presidente della Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia e parlamentare dem, "nei confronti delle parti più estreme della sua coalizione. I rapporti tra l´Italia e l´Austria sono ottimi anche per le ampie tutele che, a partire dall´accordo De Gasperi-Gruber, garantiscono le minoranze tedesche e ladine. Il riaccendersi di istinti nazionalisti è da evitare", ha concluso Serracchiani, "come uno dei peggiori mali dell´Europa".



Fonte: Carlo Rebecchi