La crisi vista da Mosca: ISPI, toni da "ritorno alla guerra fredda"

12-04-2018 15:49 -

GD - Roma, 12 apr. 18 - La lettura dei principali giornali russi di oggi, si legge in un report dell´ISPI, ci riporta indietro di decenni ai momenti più critici della guerra fredda, quando un confronto militare aperto tra le due maggiori potenze nucleari sembrava imminente e teneva il mondo intero con il fiato sospeso. Titoli come "macho Trump inizierà la terza guerra mondiale?" (Komsomolskaya Pravda), "Sull´orlo del precipizio" (Novaya Gazeta) e "Ci sarà guerra domani?" (Moskovskij Komsomolets) avvertono i lettori russi delle nefaste conseguenze di un possibile attacco americano in Siria.
Diversi esponenti e funzionari russi già nei mesi scorsi avevano avvertito che un´azione di Washington non sarebbe rimasta impunita: Valery Gerasimov, Capo di Stato Maggiore della Federazione Russa, aveva affermato lo scorso mese che in caso di minaccia per i militari russi, Mosca avrebbe messo in atto misure di rappresaglia contro i missili e le navi nemiche. Lo stesso Gerasimov aveva dichiarato di essere in possesso di informazioni secondo le quali i ribelli dell´enclave della Ghouta orientale stavano progettando di simulare un attacco con armi chimiche contro i civili per poi incolparne l´esercito siriano. Mosca, nel frattempo, è in assetto di guerra, con i missili Kalibr (la versione russa dei Tomahawks americani) puntati verso le basi americane.
Se un´escalation in Siria sembra incombente, alcuni esperti ridimensionano sia la portata dell´attacco americano che le possibili reazioni russe Maxim Suchkov, responsabile per la Russia del giornale online Al-Monitor e ricercatore associato ISPI, sostiene che alcuni tra i numerosi tweet lanciati da Trump oggi dimostrano che il presidente statunitense non è sicuro del fatto che un attacco in Siria sia una buona idea e che la maggior parte delle azioni statunitensi sulla questione siano in realtà il risultato di dinamiche interne agli Usa stessi. Suchkov ritiene che molto dipenderà dal tipo di azione messa in atto dagli Stati Uniti: un´azione come quella dell´anno scorso, in cui ventitré dei cinquantanove missili statunitensi colpirono degli obiettivi sensibili e nessun militare russo rimase ucciso, sarebbe lo scenario ideale in quanto permetterebbe a Trump di "mostrare i muscoli", ma senza violare la red linerussa di un coinvolgimento di personale militare russo. Inoltre, di fronte a un ulteriore attacco americano, una risposta "morbida" e circoscritta da parte della Russia - che potrebbe, per esempio, intercettare i missili statunitensi ma non colpire i vettori - potrebbe dare spazio a delle vie d´uscita dalla situazione attuale. Anche Prokohor Tebin, esperto del RIAC di Mosca, ritiene improbabile un conflitto aperto; piuttosto, è possibile aspettarsi degli "incidenti collaterali". Le tensioni tra Russia e Stati Uniti in Siria sono sempre più sottoposte all´attenzione internazionale; occorre ricordare, però, che i due stati rimangono due tra gli attori principali, ma certo non gli unici, ad agire in uno scenario sempre più ampio e complesso.


Fonte: Carlo Rebecchi