Papa Francesco in Iraq: le relazioni tra Baghdad e Santa Sede

06-03-2021 16:50 -

GD - Città del Vaticano, 6 mar. 21 - (ACI STAMPA) - Il viaggio in Iraq di Papa Francesco va a coronare una relazione diplomatica con l’Iraq che dura più di cinquanta anni, e che è stata rafforzata dalla fiera opposizione della Santa Sede alla Seconda Guerra del Golfo. Giovanni Paolo II avrebbe voluto andare in Iraq per il Grande Giubileo del 2000, ma questo sogno non fu realizzabile.
Le relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Iraq furono aperte da Paolo VI il 19 dicembre 1966, quando Paolo VI ricevette le lettere credenziali di Kashim Khalil, primo ambasciatore iracheno presso la Santa Sede.
Nel 2003, Giovanni Paolo II si oppose all’invasione dell’Iraq, e lo fece con iniziative diplomatiche di grande impatto: inviò il Cardinale Pio Laghi con una sua lettera a mano da Bush per frenare l’invasione. Il 14 febbraio 2003, Giovanni Paolo II aveva incontrato in Vaticano l’allora numero 2 di Saddham Hussein, Tareq Aziz.
Il 25 febbraio, il Card. Roger Etchegaray si riunì con l’allora presidente iracheno per cercare una soluzione pacifica alla crisi internazionale.
La Santa Sede aveva sempre mantenuto un dialogo con l’Iraq, anche quando nessun Paese lo riconosceva. Un canale portato avanti soprattutto da Tareq Aziz, che era cristiano.
Papa Francesco in Iraq, la posizione dell’ambasciatore di Turchia presso la Santa Sede
Luftullah Goktas, ambasciatore di Turchia presso la Santa Sede, ha sottolineato in una inetrvista con Anadolu Agency che la visita di Papa Francesco in Iraq potrebbe aiutare gli sforzi di stabilità nella regione.
“Considerando che il Papa è il leader spirituale del mondo cattolico – ha detto – la visita ha una forte dimensione religiosa”. Secondo l’ambasciatore Goktas, l’incontro con il Grande Ayatollah al Sistani a Najaf sarà cruciale, perché l’influenza del leader sciita “va oltre i confini dell’Iraq. È una persona che tiene in considerazione la stabilità dell’Iraq ed è al di sopra della politica. L’incontro sarà di storica importanza in termine di sviluppare legami tra l’Islam e il mondo cattolico in generale, e lo sciismo e il cattolicesimo in particolare”.
L’ambasciatore Goktas ha ricordato che il Papa è anche andato per mostrare solidarietà nei confronti dei cristiani iracheni, che nel 2003 eranno 1,5 milioni, mentre oggi sono circa 200 mila – 300 mila.
“L’amministrazione irachena – ha detto l’ambasciatore – ha fatto molti sforzi per restituire le proprietà dei cristiani sequestrati per compensare il danno in qualche modo. La Santa Sede apprezza questi sforzi”.
L’ambasciatore Goktas ha anche sottolineato che la Turchia appoggia la stabilità nella regione, e che “ogni sviluppo che contribuisca alla pace e stabilità della regione sarebbe apprezzato”, anche perché “il vuoto di autorità nella nazione permette il rafforzamento dei gruppi terroristici, e né il settarismo né il bigottismo portano pace a nessuno”.

Andrea Gagliarducci

https://www.acistampa.com/story/diplomazia-pontificia-papa-francesco-in-iraq-il-rapporto-italia-santa-sede-16441


Fonte: ACI STAMPA