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Europa: Fassino ad ambasciatori UE, "terza fase dell'integrazione"

10-05-2021 15:19 - Parlamento
Piero Fassino Piero Fassino
GD - Roma, 10 mag. 21 -“La Conferenza sul Futuro dell’Europa è una grande occasione per essere all'altezza delle nostre ambizioni. La generazione del dopoguerra ci ha dato i Trattati di Roma, quella del dopo Muro ci ha dato Maastricht, la moneta unica e l’allargamento. Oggi, dopo il Covid, dobbiamo realizzare la “terza fase” dell’integrazione comunitaria, più coesa che agisca con una sola volontà. Nessun paese europeo, per quanto grande, da solo ce la può fare”. Lo ha detto il presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, Piero Fassino, all'incontro con i 27 Ambasciatori dei Paesi dell’Unione Eeuropea, su invito dell’ambasciatore portoghese Pedro Nuno Bártolo che ha la presidenza di turno.
Fassino ha poi aggiunto che “in questi anni abbiamo pagato un’insufficienza di ambizione, ora serve un salto: abbiamo una moneta unica, ma non ancora una comune politica fiscale; abbiamo il trattato di Schengen, ma non ancora una vera e propria cittadinanza europea; abbiamo Mister PESC, ma stentiamo ad avere una reale politica estera e di difesa comune; così come sulle politiche migratorie e di contrasto alla pandemia abbiamo mostrato contraddizioni e incertezze. Occorre superare le stesse incertezze per i Balcani occidentali che attendono l’integrazione ormai da 18 anni. Se non saremo noi ad integrarli, lo faranno altre potenze. Maggiore coesione e maggiore determinazione serviranno anche per la nuova strategia per il Mediterraneo, con Russia, Cina e Turchia. Tutto questo lo possiamo fare con gli Stati Uniti attraverso un’autonomia strategica, di cui deve dotarsi l’Europa, non alternativi, ma complementari al rapporto transatlantico”.
A proposito dei Balcani, il presidente della Commissione Esteri della Camera, ha detto che "ha ragione il ministro Di Maio: serve rilanciare con forza la strategia di allargamento dell’UE ai Balcani occidentali, accelerando un processo di integrazione che, protraendosi ormai da 18 anni, mette a rischio la credibilità dell’UE”.
Ed ha proseguito: “Dalla pace di Dayton del 1995 la comunità internazionale indicò nell'integrazione nelle istituzioni euro-atlantiche l’obiettivo strategico per dare stabilità e sicurezza ai Balcani, una scelta ufficialmente avviata dal Consiglio europeo di Salonicco nel 2003 e più volte confermata. Un percorso che suscitò nei Balcani occidentali l’aspettativa di una rapida integrazione che sta avendo invece un cammino troppo lento, suscitando in quei Paesi frustrazione e rischiando di alimentare rigurgiti nazionalisti. Ora - prosegue -, così come ha bene indicato Di Maio a Bruxelles, serve un percorso concreto, determinato, con tappe credibili e senza incertezze, altrimenti lo spazio dell’indecisione verrà occupato da altri Paesi. È auspicabile che la stessa convinzione sia sostenuta da tutti i Paesi membri. L’Italia crede in una Europa inclusiva e solidale, proprio quella a cui aspirano le nuove generazioni dei Balcani occidentali che si sentono e vogliono essere europee”.


Fonte: Redazione
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