Tale processo, accompagnato da significativi sforzi nella promozione dei diritti umani, in particolare della libertà di religione o credo, sta contribuendo al miglioramento delle relazioni del Paese a livello internazionale e ha già portato a importanti risultati: tra gli altri, l’abolizione della pena di morte nei confronti dei minori, l’inserimento della pratica delle mutilazioni genitali femminili tra i crimini punibili a norma di legge, una politica di apertura verso la libertà di stampa e significativi passi avanti in tema di libertà di religione e credo - tra i quali l’inserimento in Costituzione del diritto alla libertà di religione, l’abolizione dell’apostasia come reato – che saranno centrali nel rafforzare il processo di transizione democratica.
Nella dichiarazione congiunta promossa dall'Italia - alla quale hanno aderito altri 13 Paesi, a partire dai co-Presidenti del Gruppo di Contatto (Stati Uniti e Canada), oltre ad Australia, Cile, Danimarca, Francia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia , Spagna, Svezia e Regno Unito - si incoraggiano le autorità sudanesi a proseguire l’ottimo percorso intrapreso, rispettando gli impegni annunciati in tema di promozione dei diritti umani, in particolare sulla libertà di religione e credo.