Secondo l'amb. Guariglia “Napoli è stata un terreno particolarmente fertile per l’elaborazione di modelli che hanno contribuito alla definizione, nel primo Cinquecento, di una particolare declinazione iberica del Rinascimento con caratteri stilistici ben individuabili, e pur tuttavia legati ai grandi maestri italiani. Di certo, questa mostra, fulgido esempio di diplomazia culturale, contribuisce ad approfondire i legami storico-artistici tra Italia e Spagna, che stanno vivendo una fase di forte rilancio nell’ultimo periodo”.
La mostra – curata da Andrea Zezza, del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali-Università degli Studi della Campania, e da Riccardo Naldi, della Facoltà di Lettere e Filosofia-Università “L’Orientale” – si concentra su di un breve ma florido periodo del Rinascimento spagnolo, dal 1504 al 1535, quando le influenze italiane divennero preminenti nell’opera pittorica di Bartolomé Ordóñez, Diego de Siloe, Pedro Machuca o Alonso Berruguete, artisti che si erano trasferiti a Napoli proprio per apprendere la lezione dei grandi maestri italiani del Rinascimento.