“Nuovi passi in avanti potrebbero essere fatti ", scrive il diplomatico, "andando verso una più vasta architettura di sicurezza paneuropea, riduzione degli armamenti e controllo del mercato dell'energia, cooperazione contro il terrorismo e sforzi congiunti per evitare la proliferazione degli armamenti di distruzione di massa”.
Per l'amb. Vattani “l' alternativa alla cooperazione paneuropea, che col tempo potrebbe introdurre positive riforme in Russia, sarebbe quella di venire a trovarsi a dover affrontare un confronto simultaneo sia con la Russia che con la Cina. La cui crescita sarebbe immensamente spinta da un più facile e favorevole accesso alle fonti di energia russe e alle sue preziose materie prime”.
Quanto agli eventi che hanno portato all'invasione dell'Ucraina, per l'amb. Vattani "l'Occidente ha sempre ignorato le preoccupazioni” espresse da Putin sull'allargamento ad Est della NATO e quelle che il Cremlino indicava come “linee rosse” da non superare.
“Nessuno sforzo reale è stato fatto per avviare un vero dialogo", secondo Vattani, "e nessuna iniziativa diplomatica è stata intrapresa per discutere le sue (di Putin, ndr) preoccupazioni in tema di sicurezza”, come suggerito da personalità come George Kennan, William Burn o Henrique Kissinger, per i quali in parallelo con l'allargamento ad Est della NATO si sarebbe dovuto costruire un sistema di sicurezza paneuropeo comprendente la Russia.
Carlo Rebecchi