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Riccardo Cotarella nella Cattedrale di Orvieto per rievocazione del Sacro Corporale

08-06-2017 11:04 - Arte, cultura, turismo
Riccardo Cotarella, presidente dell´Unione Mondiale degli Enologi Riccardo Cotarella, presidente dell´Unione Mondiale degli Enologi
La cattedrale di Orvieto La cattedrale di Orvieto
Riccardo Cotarella nella cattedrale di Orvieto per rievocazione del Sacro Corporale

Orvieto 8 giugno 2017 – La rappresentazione "Vedere per Credere - Credere per Vedere", che il 10 giugno, giorno del Sacro Corporale, alle ore 21:00 metterà in scena nella cattedrale di Orvieto il suggestivo racconto del Miracolo Eucaristico del Corporale, avrà quest´anno un forte legame con una delle maggiori e migliori vocazioni e tradizioni del territorio, ossia il vino, il "nettare della Rupe". Ad introdurre la performance di e con Guido Barlozzetti, sarà infatti un prologo di Riccardo Cotarella, presidente dell´Unione Mondiale degli Enologi e presidente del Comitato Scientifico Orvieto diVino, organismo che sostiene lo spettacolo. Il suo intervento in particolare verterà sul tema del valore simbolico e sacrale del vino.
Del resto la tradizione cristiana nello stesso atto eucaristico affida al vino un elevato significato religioso come emblema del sangue di Cristo.
È in tale chiave di stretta correlazione che, dopo la rappresentazione "Vedere per Credere - Credere per Vedere", la liaison continuerà nella splendida e intensa atmosfera dei sotterranei del Duomo, dove gli spettatori potranno partecipare a una degustazione dei vini di del territorio orvietano, curata dal Consorzio Tutela Vini Orvieto, realizzando così un originale momento di forte significato storico, ambientale e culturale. Sarà un´occasione che, al tempo stesso, vuole essere sobria ed elegante per ricordare in senso comunitario e solidale il valore e la tradizione del vino di Orvieto, una produzione che trae le sue origini sin dal tempo degli Etruschi e poi negli anni connotatosi come il vino dei Papi.
- Nota Storica - Il miracolo eucaristico di Bolsena sarebbe avvenuto nel 1263 nella cittadina viterbese. Il sacerdote boemo Pietro da Praga da tempo dubitava della reale presenza di Gesù nell´ostia e nel vino consacrati. Di ritorno da Roma, a Bolsena stava celebrando la messa e, secondo la tradizione, al momento della consacrazione l´ostia cominciò a sanguinare sul corporale. Impaurito e confuso, il sacerdote cercò di nascondere il fatto, concluse la celebrazione, avvolse l´ostia nel corporale di lino e fuggì verso la sacrestia. Durante il tragitto alcune gocce di sangue caddero sul marmo del pavimento e sui gradini dell´altare. Pietro da Praga si recò subito dal papa Urbano IV, che si trovava a Orvieto, per riferirgli l´accaduto. Il Pontefice, allora, inviò a Bolsena il vescovo di Orvieto per verificare la veridicità del racconto e per recuperare le reliquie. Lo stesso Pontefice poi dichiarò la soprannaturalità dell´evento e, per ricordarlo, l´11 agosto 1264 estese a tutta la Chiesa la solennità chiamata Corpus Domini, nata nel 1247 nella diocesi di Liegi per celebrare la reale presenza di Cristo nell´eucaristia, in contrapposizione alle tesi di Berengario di Tours, secondo le quali la presenza eucaristica di Cristo non era reale, ma solo simbolica. Per custodire il corporale del miracolo dal 1290 venne eretto il duomo di Orvieto; nel 1364 la Cappella del Corporale, e nel 1504 la Cappella Nuova. Papa Urbano IV, inoltre, affidò a Tommaso d´Aquino il compito di preparare i testi per la liturgia delle ore e per la messa della festività, e stabilì che il Corpus Domini dovesse essere celebrato il primo giovedì dopo l´ottava di Pentecoste. Così, come ogni anno, Orvieto celebra il Corpus Domini con la processione e la esposizione del Sacro Corporale, il lino macchiato del sangue del Salvatore durante la celebrazione della Santa Messa a Bolsena. Il corteo con la reliquia sfila per le suggestive vie del centro medievale di Orvieto, offrendo uno spettacolo incantevole e indimenticabile. Ad esso quest´anno si assocerà la rappresentazione "Vedere per Credere - Credere per Vedere".

Patrizia Diana Tonin




Fonte: Ufficio Stampa Marco Polo Experience
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